mercoledì 27 Agosto 2025
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Alpi a rischio: emergenza climatica e ghiacciai che scompaiono.

L’arco alpino, sentinella silenziosa del cambiamento climatico, sta affrontando una trasformazione drammatica.

Lungi dall’essere un mero accumulo di temperature in aumento, la crisi climatica si manifesta in una sequenza di eventi estremi che stanno erodendo la stabilità fisica e socio-economica della regione.

I dati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, analizzando il periodo gennaio-luglio 2025, rivelano una frequenza allarmante di 83 eventi meteorologici avversi, distribuiti con particolare intensità in Lombardia (30), Veneto (18) e Piemonte (17).
Questi eventi non sono solo statistiche; rappresentano una crescente minaccia per le comunità locali, le infrastrutture e la biodiversità alpina.

La Carovana dei Ghiacciai, un’iniziativa congiunta di Legambiente, Cipra Italia e sostenuta dalla Fondazione Glaciologica Italiana, ha recentemente focalizzato l’attenzione sul ghiacciaio Ventina, in Valmalenco, un microcosmo delle sfide che l’intero arco alpino sta affrontando.
La progressiva riduzione della superficie glaciale, un indicatore chiave della salute del sistema alpino, è quantificabile: da un’estensione di 2,10 km² nel 1957, si è ridotta a soli 1,38 km² nel 2022 (S.
Perona, CGI).
Questa contrazione non è un fenomeno isolato; essa innesca una complessa catena di conseguenze.
La deglaciazione accelera la destabilizzazione dei versanti montani, esponendo le comunità a rischi sempre maggiori.
Lo scongelamento del permafrost, il suolo permanentemente ghiacciato che cementa le rocce e il suolo alpino, aumenta la probabilità di frane, colate detritiche e smottamenti.

L’aumento della frequenza e dell’intensità delle precipitazioni, paradossalmente, aggrava ulteriormente la situazione, saturando il suolo e innescando reazioni a catena di instabilità.
L’effetto combinato di questi fattori trasforma le montagne in ambienti sempre più vulnerabili, richiedendo una profonda revisione delle pratiche di gestione del territorio e della pianificazione urbana.
Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di Cipra Italia, sottolinea la necessità di un approccio più consapevole e rispettoso nei confronti della montagna.

La “fragilità” del paesaggio alpino non è un dato oggettivo, ma il risultato di un’interazione complessa tra fattori naturali e antropici.

La necessità di un adattamento proattivo non implica un ritorno a un passato idilliaco, ma un ripensamento radicale del nostro rapporto con l’ambiente montano, basato sulla prevenzione, l’innovazione e la resilienza.
La montagna non è solo un luogo da vivere, ma un ecosistema delicato che necessita di protezione e di un’attenta gestione per garantire la sua sopravvivenza e il benessere delle generazioni future.

L’eredità che lasceremo alle prossime generazioni dipende dalla nostra capacità di agire ora, con coraggio e determinazione, per proteggere questo patrimonio inestimabile.

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