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martedì 4 Novembre 2025

Malpensa, Cub in protesta: diritti dei lavoratori e solidarietà a Palestina

Il prossimo 10 maggio, la Cub (Confederazione Generale del Lavoro) promuove un’azione di protesta e sensibilizzazione presso l’aeroporto di Milano Malpensa, un crocevia nevralgico del commercio internazionale e un simbolo delle dinamiche globali che influenzano direttamente le condizioni di lavoro e le vite dei lavoratori.

L’iniziativa, che si svolgerà a partire dalle ore 10:00 presso la porta 1 degli arrivi del Terminal 1, si configura come un atto di solidarietà concreta verso il popolo palestinese, intrecciando la questione geopolitica con le rivendicazioni sindacali a sostegno dei diritti dei lavoratori.
Il presidio, destinato a trasformarsi in un corteo, si dirigerà verso Cargo City, il cuore logistico dell’aeroporto, dove è prevista un’assemblea permanente e un blocco totale dei varchi destinati alla movimentazione delle merci.

Questa scelta strategica mira a interrompere, seppur temporaneamente, i flussi commerciali, sollevando un campanello d’allarme sulla precarietà del lavoro e sull’urgenza di un cambiamento strutturale.

Le istanze sollevate dalla Cub non si limitano alla mera difesa dei salari.
L’azione di protesta si articola su tre pilastri fondamentali: la richiesta di un adeguato riconoscimento economico per il lavoro domenicale, calcolato sulla retribuzione attuale, a sottolineare come la crescente intensificazione del lavoro non possa andare a discapito delle condizioni salariali; la rigorosa applicazione delle normative esistenti relative alla fornitura di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e indumenti ad alta visibilità, elementi imprescindibili per la sicurezza e la dignità dei lavoratori; e, infine, la stabilizzazione dei lavoratori precari, un nodo cruciale per garantire stabilità economica e professionale, contrastando la frammentazione del tessuto lavorativo e promuovendo un futuro più equo.
L’azione della Cub si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazione globale, dove le questioni umanitarie e le rivendicazioni sindacali si intersecano, evidenziando la necessità di un approccio integrato che tenga conto delle conseguenze sociali ed economiche delle politiche commerciali e delle decisioni geopolitiche.

La protesta non è dunque un episodio isolato, ma un segnale di allarme, un invito a riflettere sulle responsabilità collettive e a promuovere un modello di sviluppo più sostenibile e inclusivo.
Il blocco dei varchi delle merci a Cargo City rappresenta un gesto simbolico, volto a interrompere temporaneamente il flusso del commercio, ma anche a stimolare un dibattito costruttivo e a sollecitare risposte concrete da parte delle istituzioni e degli attori economici.

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