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martedì 4 Novembre 2025

Medici in sciopero: SOS Sanità, un grido d’aiuto dal campo

La serrata mobilitazione in programma per il 5 novembre rappresenta un campanello d’allarme, un grido d’aiuto proveniente dalla medicina generale, un pilastro fondamentale del nostro sistema sanitario che si trova sull’orlo del baratro.

La decisione di sospendere l’attività ambulatoriale, una misura estrema, testimonia la gravità della situazione, l’esasperazione di una categoria professionale sottoposta a pressioni insostenibili e a una progressiva svalutazione del proprio ruolo.
La Libera Associazione Medici di Medicina Generale (Lamg) si schiera con fermezza a sostegno dello sciopero nazionale indetto dalla Snami, riconoscendo che il diritto costituzionale dei cittadini a ricevere cure adeguate e tempestive è oggi gravemente compromesso.

Il carico di lavoro, quantificabile in numeri allarmanti – fino a 2.000 pazienti per medico in servizio – non è più sostenibile né in termini di efficienza né, soprattutto, di qualità dell’assistenza erogata.
Il comunicato della Lamg non si limita a denunciare un problema quantitativo, ma punta il dito contro le distorsioni strutturali che affliggono la sanità italiana.
Si richiede un cambio di paradigma, un ritorno all’essenza della cura, contrapposta alla burocrazia asfissiante che ne impedisce il corretto svolgimento.
L’eccessiva complessità amministrativa, le procedure farraginose e i sistemi informatici regionali obsoleti e inefficaci rappresentano un ostacolo significativo all’esercizio della professione medica, allontanando il medico dal paziente e compromettendo la continuità dell’assistenza.
La stigmatizzazione del medico di famiglia, relegato al ruolo di “quello delle ricette”, evidenzia una profonda errata percezione del suo ruolo, che va ben oltre la mera dispensazione di farmaci.
Il medico di medicina generale è il primo punto di contatto con il sistema sanitario, il custode della salute del paziente, il coordinatore delle cure, il promotore della prevenzione.
La sua professionalità e competenza sono essenziali per garantire un’assistenza globale e personalizzata, in grado di rispondere alle esigenze complesse e diversificate della popolazione.
La manifestazione simbolica prevista sotto Palazzo Lombardia, con l’alzata di bandiere bianche – un gesto di resa e di richiesta di aiuto – è un atto di profonda dignità, un appello urgente alla classe politica e all’opinione pubblica.

È un segnale chiaro che il sistema è malato e che richiede interventi immediati e radicali.

Non si tratta solo di salvare la medicina generale, ma di preservare l’intero sistema sanitario nazionale, salvaguardando la salute e il benessere dei cittadini.

La protesta è un SOS, un richiamo alla responsabilità di tutti, medici, istituzioni e comunità, per riaffermare il valore della cura e ricostruire un sistema sanitario più equo, efficiente e umano.
Il futuro della sanità è nelle mani di chi oggi sceglie di ascoltare questo grido di aiuto.

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