La scomparsa e il ritrovamento del corpo di Erika Ferini Strambi, avvenuti nelle campagne tra Pantigliate e Peschiera Borromeo, hanno scatenato un’indagine complessa, avvolta in un alone di mistero che resiste anche di fronte ai primi risultati dell’autopsia.
La donna, 53 anni, era sparita il 5 luglio e il suo corpo è stato rinvenuto il 16 luglio, in circostanze che sollevano interrogativi profondi e inattese incongruenze.
L’esame autoptico, pur non rivelando segni evidenti di violenza diretta – come ferite da arma da taglio o proiettili – non è riuscito a dissipare i dubbi, anzi, ha amplificato la perplessità.
La presenza di fratture costali, inizialmente considerate compatibili con un incidente stradale, data la presenza della Mini Cooper, modificata per compensare le sue disabilità di deambulazione, è solo uno degli elementi a creare un quadro intricato.
L’auto, infatti, giaceva in un fossato, ma le anomalie riscontrate non si limitano a questo.
La scena del ritrovamento, infatti, presenta elementi discordanti.
Erika, affetta da gravi problemi di mobilità e dipendente dalle stampelle, è stata trovata a duecento metri dalla vettura, un percorso arduo da percorrere per una persona con le sue condizioni.
La mancanza del telefono cellulare e della borsa, oggetti presumibilmente portati con sé, alimenta ulteriormente i sospetti.
L’erba alta e fitta, tipica della zona, ha contribuito a celare la scena e potrebbe aver preservato tracce cruciali per le indagini.
Il fascicolo d’indagine, aperto dal pm Francesco De Tommasi e gestito dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, si concentra ora sull’analisi approfondita dei dispositivi digitali di Erika: il telefono aziendale e il computer privato.
L’obiettivo è ricostruire le sue ultime frequentazioni, identificare eventuali contatti sospetti e verificare se la donna avesse un appuntamento segreto quella sera.
Numerose incongruenze continuano a tormentare gli investigatori.
La Mini Cooper era chiusa a chiave e le chiavi erano all’interno, suggerendo che Erika non abbia potuto abbandonarla volontariamente.
La distanza tra l’auto e il corpo, unitamente alle difficoltà motorie della donna, rendono improbabile che abbia percorso quel tratto di strada da sola.
Un dettaglio particolarmente inquietante, che esclude categoricamente la tesi di un incidente accidentale, è la scoperta degli slip sfilati accanto al corpo.
Questo elemento, carico di implicazioni, non autorizza a escludere un intervento esterno, sollevando il sospetto di un crimine premeditato o di una aggressione violenta.
Le indagini proseguono a ritmo serrato, nel tentativo di svelare la verità dietro la tragica scomparsa di Erika Ferini Strambi, una donna il cui destino è racchiuso in un mistero che sfida ogni spiegazione semplicistica.
L’attenzione ora è focalizzata sulla ricostruzione accurata delle sue ultime ore e sull’identificazione di eventuali persone che abbiano potuto avere un ruolo nella sua scomparsa e morte.
La ricerca di risposte si fa sempre più urgente, in un contesto dove ogni dettaglio, apparentemente insignificante, potrebbe rivelarsi la chiave per risolvere questo complesso enigma.