Fiamme e Rock ‘n’ Roll: Un’eco dal Leoncavallo, tra memoria e resistenzaLa ripubblicazione di “Fiamme e Rock ‘n’ Roll” di Bruno Segalini, edito da Shake, non è un semplice ritorno in libreria, ma una riemersione di un capitolo cruciale della storia milanese e italiana.
Questo romanzo cult, arricchito da un’introduzione di Sandrone Dazieri e da un’intervista a Primo Moroni, figura chiave nell’antemurale culturale di quegli anni, si fa eco alle recenti riaperture delle indagini sull’omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iaio Iannucci, giovani militanti antifascisti la cui memoria palpita tra le pagine del libro.
La concomitanza con l’avvio dello sgombero definitivo del Leoncavallo, un tempo cuore pulsante dell’autogestione, rende la rilettura particolarmente carica di significato e di tensione.
“Fiamme e Rock ‘n’ Roll” affonda le radici in un’epoca di fervore culturale e sociale, un periodo in cui l’effervescenza delle sottoculture giovanili, il rock indipendente e i centri sociali si intrecciavano in una rete di resistenza e di trasformazione.
Segalini, non solo scrittore ma anche musicista e chitarrista dei Pila Weston, testimonia l’esperienza diretta di un’epoca in cui la musica diventava veicolo di messaggi politici e sociale.
La band, insieme ad altre realtà simili, contribuì a definire una stagione di rivoluzione culturale che sfidava le convenzioni e le dinamiche del potere.
Il romanzo non offre una narrazione didascalica o retorica.
Attraverso uno stile immediato, irriverente e a tratti comico, ci introduce nel vortice degli eventi che portarono allo sgombero del Leoncavallo.
Bruno, il protagonista, è un personaggio complesso, un artista più che un militante ortodosso, diviso tra l’esigenza di difendere i propri ideali e la necessità di preservare la sua identità artistica, la sua sala prove, in una Milano opulenta e alienante.
La vicenda, concentrata nelle intense ventiquattro ore tra il 15 e il 16 agosto 1989, è un’immersione in un contesto di scontri, di paura e di coraggio, segnato da molotov, gas lacrimogeni e fughe disperate.
Ma “Fiamme e Rock ‘n’ Roll” è molto di più di una cronaca di eventi: è uno spaccato di un’epoca, un ritratto di una generazione che ha avuto il coraggio di dire “No” a un sistema percepito come ingiusto e oppressivo, e di farlo attraverso la forza della musica, la creatività e l’impegno collettivo.
La riproposizione di questo romanzo, a distanza di mezzo secolo, si configura come un atto di memoria, un invito a riflettere sul passato per comprendere meglio il presente e per guardare al futuro con occhi consapevoli, pronti a difendere i valori di libertà, di giustizia e di solidarietà che hanno animato la resistenza del Leoncavallo e di coloro che l’hanno resa possibile.
È un’occasione per riscoprire l’importanza di non dimenticare, di coltivare la memoria storica come strumento di cambiamento e di emancipazione.