venerdì 8 Agosto 2025
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Pascoli riscoperto: Scarpati, un monologo tra poesia e futuro.

Riscoprire il teatro come spazio di dialogo profondo con la parola poetica: è l’eredità che emerge dall’esperienza di Giulio Scarpati, che conclude il suo monologo lettura “Qualcosa di nuovo nel sole – Pascoli si racconta” a Ponte di Legno, per poi riprendere il filo del discorso il 7 novembre, nel cuore della Garfagnana, al Teatro dei Differenti di Barga, luogo simbolo per il poeta.
Lungi dall’essere una mera tournée, queste performance si configurano come incursioni mirate, serate dedicate a Pascoli e alla poesia stessa, intesa come veicolo privilegiato per raggiungere il pubblico, superando le barriere dell’apparente inaccessibilità.
La scelta di Ponte di Legno per l’ultima data estiva non è casuale.

Il 10 agosto, data impressa nel cuore di Pascoli, il giorno tragico dell’omicidio paterno evocato dalla celeberrima poesia “X agosto”, si intreccia con la rassegna “Una montagna di cultura…la cultura in montagna”, promossa con passione dall’Associazione Pontedilegno-MirellaCultura.
L’iniziativa, sostenuta da Pro Loco e Biblioteca Civica, sottolinea come la cultura possa fiorire anche in luoghi inaspettati, diventando un motore di crescita e di identità.
Ma il vero cuore dell’incontro è la rilettura di Pascoli.

Il 26 novembre 1911, a Barga, il poeta pronunciò il celebre discorso “La grande proletaria si è mossa”, un momento storico che riecheggia ancora oggi.

Lo spettacolo di Scarpati non si limita a riproporre l’immagine stereotipata di un poeta immerso nel ricordo, ma ne svela una complessità spesso ignorata: un intellettuale proiettato verso il futuro, attratto dalle innovazioni tecnologiche, animato da un profondo rispetto per la natura e sensibile al connubio tra scienza e poesia.
Scarpati, attingendo al testo di Giuseppe Grattacaso, offre una chiave di lettura inedita, illuminando la sorprendente attualità delle angosce e delle inquietudini di Pascoli.

La denuncia, già allora, di una “grande crudeltà” che permeava la società, risuona con una forza ancora maggiore nel nostro presente.

La facilità con cui si parla di armi nucleari, l’apparente banalizzazione del concetto di pace, elementi che avrebbero profondamente scosso l’animo sensibile del poeta, ci invitano a una riflessione urgente.
In un mondo segnato da conflitti e disuguaglianze, l’eredità di Pascoli ci ricorda l’importanza di coltivare l’empatia, la compassione e la ricerca di un futuro più giusto e pacifico.
La sua opera, riscoperta attraverso la voce di Scarpati, si rivela un potente antidoto all’indifferenza e alla rassegnazione.

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