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mercoledì 12 Novembre 2025

MPS: Utile in calo, ma performance operativa solida e dividendo in arrivo.

Mps archivia i primi nove mesi del 2025 con un utile netto di 1.366 milioni di euro, segnando una contrazione del 12,7% rispetto al 2024.
Un dato che, a una prima lettura, potrebbe destare preoccupazione, ma che necessita di un’analisi più approfondita considerando l’effetto distorsivo di fattori straordinari.

Tolti di mezzo gli effetti favorevoli derivanti da benefici fiscali – che nel 2024 ammontavano a 470 milioni, a fronte dei 78 milioni di quest’anno – l’attività di gruppo mostra una crescita sostanziale del 17,5%, a testimonianza di una solida performance operativa.
Il terzo trimestre consolida questo andamento, con un utile in incremento del 16,5%, superando le proiezioni degli analisti che ne prevedevano 366 milioni.
L’istituto senese, in una fase cruciale che lo vede integrato nel Gruppo Mediobanca, presenta per la prima volta i conti aggregati e anticipa la divulgazione del nuovo piano industriale nel primo trimestre del 2026.
La prospettiva di un ritorno alla redditività sostenibile, supportata da una posizione patrimoniale robusta, si traduce nell’impegno a distribuire l’intero utile sotto forma di dividendo, un segnale di fiducia per gli azionisti.

Questa politica è resa possibile da un ampio margine di capitale, quantificabile in 770 punti base rispetto ai requisiti minimi imposti dalla Banca Centrale Europea.
L’acquisizione di Mediobanca ha profondamente rimodellato il profilo di Mps, dotando l’istituto di un Cet 1 ratio fully loaded del 16,9% (un valore in crescita rispetto al 19,6% registrato al 30 giugno 2025) e un total capital ratio fully loaded del 19,3% (che sale al 21,8% al 30 giugno 2025), indicatori chiave della capacità di assorbire potenziali perdite e di mantenere la stabilità finanziaria.
I ricavi complessivi nei nove mesi si attestano a 3.054 milioni di euro, in lieve aumento dello 0,5% rispetto all’anno precedente.

Questa resilienza è il risultato di una strategia orientata alla diversificazione delle fonti di reddito, con una crescita significativa delle commissioni nette (+8,5%) e degli altri ricavi derivanti dalla gestione finanziaria (+35%), che compensano l’attenuazione del margine di interesse (-7,4%).
I ricavi del terzo trimestre, pari a un miliardo di euro, mostrano un calo del 4,5% rispetto al trimestre precedente, un andamento tipico legato alla stagionalità del periodo.
Gli oneri operativi, saliti dell’1,4% a 1.411 milioni, riflettono principalmente l’impatto del rinnovo del contratto collettivo del personale bancario.

Nonostante questo, il risultato operativo lordo si mantiene stabile a 1.643 milioni, con un contributo del terzo trimestre di 532 milioni, leggermente inferiore ai 576 milioni del trimestre precedente.

Le rettifiche su crediti si riducono a 254 milioni nei nove mesi, rispetto ai 300 milioni del 2024, con una componente di 79 milioni nel terzo trimestre, a testimonianza di un miglioramento della qualità del portafoglio prestiti e di una gestione più efficace del rischio.

Il quadro complessivo indica una banca in transizione, con una solida base patrimoniale, una redditività in evoluzione e un piano industriale in definizione, pronta a cogliere le opportunità derivanti dall’integrazione con Mediobanca.

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