La vicenda che ha visto coinvolta l’assessore Alessandra Durante a Lecco solleva interrogativi profondi sulla gestione della comunicazione pubblica, la responsabilità digitale e l’etica nell’azione politica. Il sindaco Mauro Gattinoni, dopo un periodo di riflessione, ha accolto le dimissioni dell’assessore, la quale si è resa disponibile a farsi da parte in seguito a un acceso botta e risposta, iniziato su un social media, in risposta ad un reclamo di un cittadino riguardante la manutenzione stradale.L’episodio, venato di polemiche, ha amplificato le tensioni all’interno della comunità lecchese, esponendo la fragilità del confine tra la critica legittima e l’aggressività online. Il sindaco, pur riconoscendo la gravità dell’errore commesso, sottolinea l’importanza di preservare il capitale umano costruito in cinque anni di proficua collaborazione, delegando temporaneamente le aree di competenza dell’assessore – politiche giovanili, comunicazione, rapporti con i cittadini, evoluzione digitale – per garantire la continuità amministrativa.L’aspetto più preoccupante, evidenziato dal sindaco, è l’utilizzo di un account anonimo, un comportamento che offusca la trasparenza e mina la fiducia dei cittadini. La motivazione di tale scelta resta un mistero, alimentando speculazioni e interrogativi sulla pressione e le dinamiche interne all’amministrazione.La vicenda, tuttavia, non si limita a una questione di comunicazione o di etica personale. Essa riflette una crisi più ampia, legata alla crescente polarizzazione del dibattito pubblico e alla facilità con cui le piattaforme digitali possono essere utilizzate per diffondere messaggi aggressivi e denigratori. L’anonimato, paradossalmente, amplifica il senso di impunità e incoraggia comportamenti irrispettosi.Le opposizioni hanno criticato l’inerzia iniziale del sindaco, definendo la sua presa di distanza tardiva e eccessivamente retorica. La mozione di sfiducia presentata non è stata accolta, ma l’evento ha lasciato un segno, evidenziando la necessità di un profondo ripensamento del modo in cui l’amministrazione comunale gestisce i rapporti con i cittadini, specialmente nell’era digitale.La vicenda solleva quindi questioni cruciali: come bilanciare la necessità di rispondere ai reclami dei cittadini con l’esigenza di mantenere un linguaggio rispettoso e costruttivo? Come proteggere i funzionari pubblici dalla violenza verbale online? Come promuovere una cultura digitale più responsabile e consapevole? La risposta a queste domande è fondamentale non solo per Lecco, ma per tutte le amministrazioni pubbliche che si confrontano con le sfide della comunicazione nell’era digitale. Il caso Durante rappresenta un campanello d’allarme, un invito a riflettere sulla necessità di un patto di responsabilità digitale per tutti.
Assessore a Lecco, la polemica sui social e le dimissioni
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