Minacce latenti e speranze di pace: il ruolo dell’Italia nel contrastare l’Isis con il supporto ai peshmerga curdi.

L’Isis, nonostante sia stato debellato, continua a rappresentare una minaccia latente, pronta a risvegliarsi nell’instabile contesto internazionale del Medio Oriente. Le cellule dormienti dei terroristi potrebbero riemergere per colpire in nome del Califfato autoproclamato che dieci anni fa seminò morte e terrore anche in Europa. In questa delicata situazione, l’esercito peshmerga del Kurdistan iracheno si erge come baluardo contro il terrorismo islamico, affiancato dall’impegno e dalla collaborazione dei soldati italiani della missione Prima Parthica, presenti a Erbil dal 2014.Il ministro dei peshmerga, Shoresh Ismail, ha sottolineato l’importanza del sostegno italiano nel contrastare e sconfiggere l’Isis. Questa collaborazione ha contribuito al miglioramento delle competenze professionali dei militari curdi e ha rappresentato uno degli appoggi fondamentali ricevuti. L’Italia è stata tra i primi paesi ad offrire aiuto al popolo curdo nella lotta contro il terrorismo, un’intesa che continua a dare frutti positivi ancora oggi.La prospettiva di un ritiro delle forze militari della coalizione preoccupa il governo curdo, poicheeacute; potrebbe aprire spazi per il ritorno del terrorismo islamico in un’area già instabile. Per questo motivo, si sta lavorando alla creazione di brigate comuni con militari iracheni per contrastare la presenza dell’Isis in zone critiche come quella al confine con la Siria. La crisi mediorientale e le tensioni tra Iran e Israele aggiungono ulteriore incertezza alla regione.Il ministro dei peshmerga esprime la speranza che la situazione possa risolversi pacificamente nel più breve tempo possibile. Il popolo curdo ha sempre cercato la via della pace nonostante abbia subito violenze e genocidi nel corso della storia. Il Kurdistan è da sempre stato un luogo di convivenza pacifica tra diverse etnie e religioni, testimoniando che la guerra è una sconfitta per tutti. Queste parole riflettono la volontà di costruire un futuro basato sulla pace e sulla tolleranza, auspicando che il sangue versato possa finalmente portare a una comprensione reciproca più profonda tra i popoli della regione.