Il Tribunale per le Misure di Libertà di Napoli ha disposto l’annullamento della misura cautelare interdittiva precedentemente imposta al rettore dell’Università degli Studi Parthenope, Antonio Garofalo.
La decisione, che segna una svolta nell’inchiesta in corso, è stata presa a seguito di un’analisi approfondita della motivazione che aveva portato il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) a emettere tale provvedimento, il 2 settembre.
Il rettore Garofalo, assistito dal professor Vincenzo Maiello e dall’avvocato Giuseppe Ceceri, si trovava al centro di un’indagine più ampia, denominata “Clean Sweep”, che mira a svelare un presunto sistema di corruzione e favoritismi nell’ambito degli appalti pubblici per servizi essenziali come la gestione dei rifiuti, le attività di sanificazione e la pulizia.
L’inchiesta vede coinvolti complessivamente diciassette individui, sospettati di aver alterato le dinamiche competitive e di aver sottratto risorse destinate alla collettività.
L’accusa, specificamente rivolta al rettore, lo vedeva implicato in una presunta manipolazione di una gara d’appalto triennale, del valore complessivo di quattro milioni di euro, destinata alla fornitura di servizi di pulizia all’Università Parthenope.
Le contestazioni, in termini legali, riguardavano il reato di turbata libertà degli incanti, un’ipotesi particolarmente grave che presuppone un’interferenza illecita nel corretto svolgimento delle procedure di gara, con l’intento di favorire specifici partecipanti a discapito di altri.
La decisione del Tribunale per le Misure di Libertà, lungi dal convalidare le accuse, ha evidenziato lacune e incertezze nell’analisi delle prove a carico del rettore.
Il collegio giudicante ha ritenuto che le evidenze raccolte non fossero sufficientemente solide da giustificare una misura cautelare così restrittiva, che limita fortemente la libertà personale e la possibilità di difendersi adeguatamente.
L’annullamento della misura cautelare non implica una assoluzione del rettore Garofalo, ma rappresenta una fase cruciale nel processo.
Le indagini proseguono e la Procura, se ritenuto opportuno, potrà presentare nuovi elementi o richiedere ulteriori accertamenti per supportare le accuse.
La decisione del Tribunale, tuttavia, apre la strada a una revisione più attenta della complessità delle dinamiche interne all’Università Parthenope e delle relazioni tra istituzioni pubbliche e imprese fornitrici di servizi, sollevando interrogativi sulla trasparenza e la correttezza delle procedure di appalto nel settore pubblico, un tema di crescente rilevanza nell’ordinamento giuridico italiano.







