Nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Lattari, un’operazione mirata dei Carabinieri ha portato alla luce e alla definitiva rimozione di una coltivazione illegale di cannabis, sviluppatasi in un’area impervia e difficilmente accessibile.
L’intervento, scaturito da un avvistamento aereo effettuato con un elicottero del corpo, ha evidenziato una piantagione di notevoli dimensioni, estesa su due piazzole nascoste lungo il versante montuoso a partire da via Veragna di Porzio, nel comune di Lettere.
La complessità del territorio, caratterizzato da un orografia accidentata e da sentieri impervi, non ha scoraggiato i militari della Compagnia di Castellammare di Stabia, i quali, guidati dalle precise indicazioni fornite dall’unità elicotteristica del nucleo di Pontecagnano, sono riusciti a raggiungere il sito.
La localizzazione strategica della coltivazione, scelta per la sua inaccessibilità e la relativa difficoltà di sorveglianza, testimonia la pianificazione meticolosa da parte di chi la gestiva.
Le piante di cannabis sequestrate, alte tra i 150 e i 280 centimetri, rappresentano un ingente quantitativo di sostanza illecita potenzialmente destinata al mercato nero.
La loro altezza, oltre a indicare un ciclo di crescita ben curato e alimentato, suggerisce l’utilizzo di tecniche agricole avanzate per massimizzare la produzione.
La presenza di due separate piazzole, presumibilmente dedicate a diverse fasi di coltivazione o a varietà specifiche, indica una struttura organizzata e tecnicamente sofisticata.
L’operazione, oltre alla distruzione in loco delle piante sequestrate, è parte di un’indagine più ampia volta a identificare i responsabili di questa attività illecita, svelando così le dinamiche criminali che si celano dietro la coltivazione e la successiva distribuzione della droga.
Gli accertamenti in corso si concentrano sull’analisi di tracce biologiche, impronte e altre evidenze lasciate sul luogo, nel tentativo di ricostruire la catena di responsabilità e di smantellare la rete di narcotrafficanti.
L’attenzione è rivolta anche alla verifica delle connessioni con altre organizzazioni criminali operanti nel territorio e alla mappatura dei canali di finanziamento utilizzati per sostenere l’attività.
La scoperta sottolinea l’importanza della cooperazione tra le forze dell’ordine, l’utilizzo di tecnologie avanzate come i mezzi aerei e l’impegno costante nella lotta al traffico di droga, tutela del territorio e salvaguardia della salute pubblica.