sabato, 14 Giugno 2025
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Detenuto a Avellino: tentato suicidio, allarme sul disagio psichiatrico.

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Un episodio drammatico ha scosso la comunità carceraria di Avellino, con un detenuto che ha tentato un gesto estremo, fortunatamente sventato grazie all’intervento tempestivo del personale della Polizia Penitenziaria. L’allarme è stato lanciato dalla vice segretaria regionale della Campania del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe), Marianna Argenio, che ha fornito i dettagli della complessa situazione.La vicenda, che si è sviluppata all’interno del perimetro dei passeggi, ha visto il detenuto, affetto da preesistenti problematiche psichiatriche, manifestare intenzioni suicide e minacciare un atto di auto-incendio. La sua instabilità emotiva si è manifestata con un principio di incendio all’interno dell’infermeria, area che avrebbe dovuto garantire la sua assistenza. Questa escalation di comportamenti, che si aggiunge a precedenti tentativi di autolesionismo, documentati dal sindacato, evidenzia una profonda crisi personale e una urgente necessità di interventi specialistici.Il gesto disperato, scongiurato in extremis dall’operato degli agenti, riaccende il dibattito sulle condizioni di salute mentale dei detenuti e sull’adeguatezza delle risorse dedicate alla loro cura all’interno degli istituti penitenziari. Il Sappe, pur esprimendo riconoscimenti per la prontezza e il coraggio del personale intervenuto, solleva un appello pressante all’amministrazione penitenziaria, chiedendo che venga disposta con immediatezza la sua ricollocazione in una struttura sanitaria specializzata, in grado di fornire un supporto psichiatrico mirato e continuo.L’episodio non è un caso isolato, ma un campanello d’allarme che sottolinea la crescente complessità delle problematiche affrontate dal personale di polizia penitenziaria, spesso chiamato a gestire situazioni di elevata criticità con risorse limitate. Richiede una riflessione profonda e un investimento strategico nel potenziamento dei servizi di salute mentale all’interno del sistema carcerario, non solo per garantire la sicurezza degli agenti, ma soprattutto per offrire una reale possibilità di recupero e reinserimento sociale per i detenuti affetti da disturbi psichiatrici, un diritto costituzionale imprescindibile. La vicenda di Avellino è un invito a ripensare il ruolo del carcere, non solo come luogo di espiazione della pena, ma anche come contesto in cui favorire il benessere psicofisico e la riabilitazione dei detenuti, al fine di promuovere una società più giusta e inclusiva.

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