La ferita del lutto personale si trasforma in un imperativo morale, un grido d’allarme che si leva dalle macerie di una realtà lacerata dalla violenza indiscriminata. Non più un semplice dramma privato, ma un campanello d’allarme che risuona in ogni angolo del territorio nazionale, un’emergenza sociale che richiede interventi immediati e mirati, in particolare a tutela delle giovani generazioni, troppo spesso intrappolate in spirali di degrado e precarietà.Così Carmela Sermino, testimone di una perdita irreparabile, la morte del marito Giuseppe Veropalumbo, vittima innocente di un proiettile vagante durante i festeggiamenti di Capodanno nel 2007, illustra il senso profondo della fiaccolata per la verità e la giustizia che ha coinvolto Napoli e altre città. Un corteo silenzioso, illuminato dalla luce tremula delle fiaccole, ha attraversato il cuore della città, da via Toledo a piazza Plebiscito, portando con sé le voci dei familiari delle vittime, un monito al prefetto e all’intera comunità campana, dove il numero delle vittime innocenti supera tristemente le 350 unità.Un dato sconfortante emerge: l’80% delle vittime innocenti, come Giuseppe Veropalumbo, non ha ancora ottenuto né riconoscimento legale né accesso alla verità. Un vuoto incolmabile che alimenta il dolore e la frustrazione. La battaglia di Carmela Sermino, protrattasi per 17 anni, si rivela un impegno costante, un dovere civile che va ben oltre la mera commemorazione, un anelito a un futuro libero dalla violenza e dall’ingiustizia. Don Luigi Ciotti, figura simbolo della lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, sottolinea l’importanza cruciale del diritto alla verità, un diritto negato a gran parte dei familiari delle vittime. L’omertà, questo muro di silenzio e paura che avvolge il tessuto sociale, soffoca la giustizia, distrugge la speranza e perpetua un ciclo di violenza inarrestabile.Alla manifestazione hanno preso parte esponenti delle istituzioni locali, come l’assessore alla Legalità Antonio De Iesu, rappresentanti sindacali, come Giovanni Sgambati, e figure civili, come Paolo Siani, fratello del giornalista Giancarlo Siani, assassinato dalla camorra. Roberto Fico, del Movimento 5 Stelle, ricorda con forza che il ricordo delle vittime innocenti non può essere un mero esercizio di retorica, ma deve tradursi in azioni concrete a favore dei giovani.L’emergenza adolescenziale è una sfida complessa che richiede un approccio multidimensionale. L’investimento nelle scuole, la promozione dell’inclusione, l’offerta di opportunità culturali e formative rappresentano passi fondamentali per costruire un futuro più sicuro e prospero. Parallelamente, è essenziale rafforzare il ruolo dei servizi sociali a livello comunale, garantendo un sostegno adeguato alle famiglie e ai minori vulnerabili. Solo attraverso un impegno collettivo e una visione lungimirante sarà possibile spezzare le catene della violenza e restituire dignità e speranza alle vittime e alle loro famiglie. La verità, come una fiaccola nella notte, deve illuminare il cammino verso un futuro di giustizia e pace.
Napoli, la fiaccola della verità: un grido contro la violenza.
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