L’arresto di uno psicoterapeuta a Casoria, in provincia di Napoli, apre una profonda riflessione sull’abuso di potere e la vulnerabilità delle persone che cercano aiuto professionale. L’uomo, accusato di violenza sessuale su diverse pazienti, alcune delle quali minorenni al momento degli abusi, è finito in carcere a seguito di un’indagine scaturita da sospetti sollevati da un altro paziente, che ha documentato incongruenze online e raccolto testimonianze di presunte vittime.La dinamica ricostruita dagli inquirenti rivela un piano deliberato: approfittando della fragilità psicologica delle pazienti, lo psicoterapeuta avrebbe offerto terapie apparentemente innovative, presentate come “terapie di tipo sessuale” finalizzate a risolvere i loro disturbi. Questa falsa promessa, unita alla fiducia inevitabilmente riposta in un professionista sanitario, ha costituito un’arma potente per manipolare e sfruttare le donne, violando in modo gravissimo il codice deontologico e il giuramento ipocrateo. Il suo approccio non si è limitato alla persuasione, ma ha contemplato anche coercizione nei confronti di chi manifestava resistenze, perpetrando un ciclo di abuso e controllo.Il caso di Casoria non è un evento isolato, ma si inserisce in un allarmante trend che mette in luce una pericolosa traslazione della fiducia terapeutica in un vettore di sfruttamento. Il passato giudiziario di Paolo Colianni, ex assessore siciliano alla Famiglia, condannato per abusi su minore durante sedute di psicoterapia, e la condanna di uno psicologo a Pistoia, colpevole di agganciare giovani pazienti nelle scuole e abusare di loro nel suo studio, sottolineano come questo fenomeno possa manifestarsi in contesti e modalità diverse.Questi casi sollevano questioni cruciali relative alla formazione etica dei professionisti della salute mentale, alla supervisione del lavoro clinico, e alla necessità di meccanismi di controllo più efficaci per proteggere i pazienti. È imperativo rafforzare la consapevolezza dei rischi connessi all’esercizio abusivo della professione, promuovere una cultura della segnalazione e garantire un supporto adeguato alle vittime. Inoltre, è fondamentale investire in programmi di educazione alla salute mentale per aiutare le persone a riconoscere i segnali di pericolo e a proteggere la propria integrità psicologica. L’evento di Casoria, come gli altri casi simili, deve fungere da monito per l’intera comunità professionale e per la società nel suo complesso, affinché si possa prevenire e contrastare efficacemente questo tipo di abusi, tutelando il diritto alla salute mentale e la dignità umana.
Psicoterapeuta arrestato a Casoria: abusi e fiducia tradita.
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