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mercoledì 12 Novembre 2025

Seta Spezzata: Colpo alla Camorra a Castellammare

L’operazione “Seta Spezzata”, condotta dalla Polizia di Stato in sinergia con la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli, ha inferto un duro colpo al clan D’Alessandro, radicato nel territorio di Castellammare di Stabia e comuni limitrofi.
L’attività investigativa, durata mesi e basata su intercettazioni telefoniche e ambientali, ha portato all’esecuzione di undici misure cautelari, di cui dieci in carcere e una agli arresti domiciliari, segnando un momento cruciale nella lotta alla criminalità organizzata che affligge la regione.

Al centro dell’inchiesta figura Pasquale D’Alessandro, 54 anni, che, a seguito della detenzione dei suoi fratelli, ha assunto, dal 2023, la leadership del sodalizio criminale.
L’assunzione di questa posizione, in un contesto già permeato da dinamiche interne complesse, ha evidenziato la capacità di resilienza del clan e la sua volontà di mantenere il controllo del territorio.

Tra gli arrestati spicca anche Paolo Carolei, figura apicale all’interno dell’organizzazione, la cui competenza e autorevolezza ne hanno fatto un elemento chiave nella gestione delle attività illecite.
Le accuse formulate nei confronti degli indagati sono gravissime e abbracciano una vasta gamma di reati tipici delle associazioni di tipo mafioso.
Oltre al reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, contestato a tutti gli arrestati, si evidenzia una capillare attività di estorsione, sia realizzata che tentata, unita alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

La gravità dei reati è ulteriormente accentuata dall’aggravante della finalità di agevolare l’attività del clan D’Alessandro, dimostrando come i crimini commessi fossero funzionali al mantenimento del potere e al consolidamento del controllo sul territorio.
Le indagini hanno permesso di ricostruire un quadro dettagliato del modus operandi del clan, rivelando come le attività estorsive fossero indirizzate in particolare a imprenditori edili, soggetti costretti a versare somme di denaro significative, che confluevano in una vera e propria cassa comune.
Queste risorse venivano poi utilizzate per sostenere economicamente i detenuti all’interno delle carceri e le famiglie degli affiliati, creando una rete di protezione e solidarietà che mirava a garantire la continuità dell’organizzazione anche dietro le sbarre.

Un aspetto particolarmente rilevante emerso dalle indagini riguarda i tentacoli del clan che si estendono a settori apparentemente lontani dalla criminalità organizzata.

È stata infatti documentata la riconducibilità del sodalizio a diverse ditte di pulizie, titolari di appalti all’interno dell’ospedale San Leonardo, e a una società calcistica, la Juve Stabia, evidenziando come il clan abbia saputo infiltrarsi in settori strategici per riciclare capitali illeciti e consolidare il proprio potere economico e sociale.
Le perquisizioni in corso, che hanno visto coinvolto anche il domicilio del fratello di un consigliere comunale di Castellammare di Stabia, testimoniano la volontà degli inquirenti di scandagliare a fondo le connessioni del clan e di tracciare tutte le sue ramificazioni.

L’operazione “Seta Spezzata” rappresenta un passo avanti significativo nella lotta alla camorra, ma sottolinea anche la necessità di un impegno costante e di una vigilanza continua per contrastare efficacemente la criminalità organizzata e tutelare la legalità.

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