Una svolta significativa nel trattamento del carcinoma mammario metastatico ormono-sensibile emerge da un recente studio internazionale, guidato dal ricercatore italiano Michelino De Laurentiis, figura di spicco del Dipartimento di Oncologia Senologica dell’Istituto Pascale di Napoli.
La ricerca, presentata al San Antonio Breast Cancer Symposium 2025, un forum globale di primaria importanza per l’innovazione oncologica, ha rivelato come una strategia terapeutica di precisione, basata sulla combinazione di Alpelisib e Fulvestrant, possa radicalmente alterare il decorso della malattia in un gruppo specifico di pazienti.
L’innovazione risiede non nell’introduzione di nuove molecole, bensì nella ri-immaginazione dell’utilizzo di farmaci già approvati, sfruttando al meglio le conoscenze derivanti dalla ricerca di base.
L’approccio si concentra su pazienti che, dopo un precedente trattamento con inibitori delle chinasi ciclino-dipendenti (CDK4/6), mostrano progressione della malattia.
La selezione di queste pazienti è cruciale, poiché la combinazione terapeutica si dimostra particolarmente efficace in quelle affette da una mutazione nel gene PIK3CA.
La mutazione PIK3CA rappresenta un elemento chiave nella comprensione della patogenesi del carcinoma mammario.
Questo gene codifica per un enzima che regola la via di segnalazione PI3K/AKT/mTOR, un percorso intrinsecamente coinvolto nella crescita, nella proliferazione e nella sopravvivenza cellulare.
La presenza di mutazioni in questo gene altera il corretto funzionamento di questa via, promuovendo una crescita incontrollata delle cellule tumorali e contribuendo alla resistenza alle terapie convenzionali.
Lo studio EPIK-B5 ha fornito dati incontrovertibili: la combinazione di Alpelisib e Fulvestrant ha determinato una riduzione del rischio di progressione della malattia pari al 48% e un incremento significativo della sopravvivenza globale, rispetto alle terapie standard impiegate in precedenza.
Questo vantaggio clinico è particolarmente rilevante considerando la prognosi spesso sfavorevole che caratterizza le pazienti con mutazioni PIK3CA e resistenza agli inibitori CDK4/6.
L’impiego mirato di farmaci esistenti, basato su marcatori genetici specifici, esemplifica il concetto di medicina di precisione, aprendo nuove prospettive per il trattamento di patologie complesse come il carcinoma mammario metastatico.
La sicurezza del regime terapeutico si è dimostrata coerente con le conoscenze preesistenti, con effetti collaterali gestibili attraverso un monitoraggio clinico accurato.
Questa ricerca sottolinea l’importanza di un approccio integrato che combini la ricerca traslazionale, l’analisi molecolare e la pratica clinica per ottimizzare l’efficacia delle terapie e migliorare la qualità di vita delle pazienti.
Il futuro dell’oncologia, in questo contesto, si prospetta sempre più caratterizzato da strategie terapeutiche personalizzate, in grado di affrontare le specificità genetiche e molecolari di ogni tumore.






