La recentissima ondata di divulgazione non autorizzata di informazioni personali e dettagli sensibili relativi alla mia persona, veicolata attraverso la stampa e piattaforme digitali, costituisce una grave e inaccettabile violazione dei miei diritti fondamentali. La pubblicazione, orchestrata da media nazionali, ha disvelato aspetti intimi della mia esistenza, estendendosi anche a vicende processuali di natura delicata, senza alcuna giustificazione in termini di interesse pubblico attuale o legittima operazione giornalistica. L’assenza di un’accurata verifica preventiva delle fonti, dell’accuratezza dei fatti e della reale pertinenza delle informazioni rese pubbliche rivela una preoccupante superficialità e una flagrante disattenzione verso i principi etici e legali che dovrebbero guidare l’attività giornalistica.Questo trattamento illecito dei miei dati personali si pone in palese contrasto con la normativa europea in materia di protezione dei dati, in particolare con gli articoli 5, 6, 17 e 18 del Regolamento UE 2016/679 (GDPR), che sanciscono il diritto al rispetto della privacy, all’integrità dei dati e al diritto di opposizione. L’atto lesivo non si limita a una mera violazione della riservatezza, ma incide profondamente sulla mia reputazione, sull’identità personale e, potenzialmente, sulla mia sicurezza, generando un danno considerevole e difficile da quantificare.La pubblicazione, oltretutto, sembra ignorare con sfrontato disprezzo le garanzie previste dal segreto investigativo (art. 329 c.p.p.), un pilastro fondamentale del sistema giudiziario che tutela la riservatezza delle indagini e dei procedimenti in corso. La compromissione della serietà e della riservatezza delle Procure coinvolte è evidente: la divulgazione di informazioni sensibili è avvenuta senza una comunicazione formale nei miei confronti e senza la necessaria verifica da parte dei media, tradendo un pericoloso allentamento dei controlli procedurali.La vicenda solleva, in definitiva, interrogativi profondi sulla responsabilità dei giornalisti, sull’etica professionale e sul rispetto delle normative a tutela della privacy. È imperativo che i media si assumano la piena responsabilità delle proprie azioni, garantendo una corretta informazione, basata su fonti verificate e nel pieno rispetto dei diritti fondamentali della persona. La tutela della libertà di stampa non può, e non deve, giustificare la violazione della dignità e della riservatezza di un individuo. La persistenza di comportamenti simili rischia di minare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni e del sistema giudiziario.
Violazione Privacy: Giornalisti sotto Accusa per Dati Sensibili
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