sabato 26 Luglio 2025
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Albenga d’Autore: Attribuzione falsa, distorsione inaccettabile

Un’eco distorta si propaga online, alimentata da un articolo divulgato sul blog “Trucioli”, piattaforma informativa dedicata alla Liguria e al basso Piemonte.

Il pezzo in questione riassume un mio intervento durante la recente manifestazione “Albenga d’Autore”, e suscita profonda perplessità.
L’attribuzione di affermazioni in mio nome, materializzate in virgolette nel titolo, costituisce una distorsione inaccettabile e, soprattutto, infondata.
Le mie posizioni critiche nei confronti della riforma costituzionale sono pubbliche e non segrete; ho avuto l’opportunità di esprimerle con chiarezza, sempre nel rispetto del dibattito democratico.
Tuttavia, ciò non implica alcuna indulgenza verso la produzione di narrazioni false o la manipolazione delle mie parole.

Il mio agire, in ogni circostanza, è guidato da un profondo senso di rispetto verso le istituzioni repubblicane e verso i soggetti che ne ricoprono le funzioni.
L’idea di aver proferito le frasi che mi vengono ingiustamente attribuite è, pertanto, del tutto in contrasto con il mio ethos professionale e personale.
Questa vicenda solleva interrogativi cruciali sulla responsabilità giornalistica e sulla proliferazione di informazioni non verificate nel panorama digitale.

L’immediatezza dei canali online, pur offrendo indubbi vantaggi in termini di accesso all’informazione, comporta anche il rischio di una rapida diffusione di notizie inaccurate o distorte, con conseguenze potenzialmente dannose per la reputazione di individui e per la corretta comprensione dei fatti.

È imperativo che ogni autore, giornalista o divulgatore, si senta investito di una responsabilità etica e professionale nella verifica delle fonti e nella correttezza delle informazioni diffuse.
La fiducia dell’opinione pubblica si fonda sulla trasparenza e sull’accuratezza del racconto, elementi imprescindibili per il corretto funzionamento di una società democratica.

La vicenda di cui sto parlando, quindi, non è solo una questione di immagine personale, ma un campanello d’allarme per tutti coloro che operano nel campo dell’informazione.

Richiede una riflessione collettiva sulla necessità di un giornalismo più attento, responsabile e fedele alla verità, al fine di salvaguardare la credibilità delle fonti e il diritto dei cittadini a ricevere un’informazione corretta e imparziale.
La questione è sottoposta alla mia attenzione e verrà gestita con la dovuta serietà.

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