12 luglio 2024 – 16:01
L’inverno appena trascorso ha regalato uno spettacolo unico in Valle d’Aosta, con una stagione caratterizzata da precipitazioni abbondanti che hanno reso il paesaggio innevato fino a fine maggio. I dati raccolti dall’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, evidenziano valori record di neve accumulata sui ghiacciai della regione, segnando uno dei periodi più nevosi degli ultimi 20 anni. Il monitoraggio condotto ha mostrato un’eccezionale quantità di neve sul ghiacciaio del Rutor e del Timorion, con spessori che variano in base alla quota e alla posizione geografica.L’inverno 2023-2024 si è contraddistinto per un incremento significativo delle precipitazioni, concentrate soprattutto tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Nonostante le temperature superiori alla media registrate all’inizio dell’anno, gli ultimi mesi hanno visto valori più consoni alla stagione, contribuendo a mantenere il manto nevoso fino ai primi giorni di giugno. Questa distribuzione uniforme delle precipitazioni ha influenzato positivamente entrambi i ghiacciai monitorati dall’Arpa.Il ghiacciaio del Rutor e del Timorion hanno vissuto una stagione straordinaria dal punto di vista delle nevicate: mentre il primo beneficia tradizionalmente di maggiori apporti dovuti alla sua posizione geografica più esposta alle perturbazioni atlantiche, quest’anno il Timorion ha visto cadere quantità record di neve. Le misurazioni effettuate su entrambi i ghiacciai hanno rivelato spessori eccezionalmente alti, con accumuli che variano tra i 315 e i 650 centimetri nella zona di accumulo a oltre 3.000 metri di quota.Questo fenomeno straordinario ha sorpreso anche gli esperti dell’Arpa, che sottolineano come la distribuzione omogenea delle precipitazioni abbia influenzato positivamente la conservazione del manto nevoso sui ghiacciai della Valle d’Aosta. Il cambiamento climatico sembra aver portato a una maggiore uniformità negli apporti nevosi sui diversi settori della regione montuosa, creando scenari mai visti prima e confermando l’importanza di monitorare attentamente l’evoluzione dei ghiacciai in risposta alle variazioni climatiche.