Il trionfo recente a Ginevra, la centesima pietra miliare di una carriera che definisce i confini del tennis moderno, proietta Novak Djokovic verso una nuova fase, segnata dall’imminente stagione erbosa. Il Roland Garros appena concluso, con la sua amara sconfitta in semifinale contro un ispirato Jannik Sinner, non ha smorzato l’entusiasmo del campione serbo, bensì ha acuito la sua riflessione sul percorso che lo ha condotto a dominare il tennis mondiale.Djokovic, con la sua proverbiale onestà, ripercorre le tappe fondamentali di questa ascesa, in un’analisi che rivela una profonda consapevolezza del proprio ruolo e della complessità delle dinamiche che hanno caratterizzato la sua rivalità con Roger Federer e Rafael Nadal. “Ero il terzo incomodo,” ammette, una frase che trascende la semplice constatazione di essere arrivato dopo due leggende consolidate. Si tratta di una dichiarazione che svela la sua determinazione, la sua ambizione di scardinare un ordine stabilito, di riscrivere la storia di uno sport. La sua affermazione non implica una svalutazione dei suoi predecessori, ma piuttosto una lucidità nel riconoscere la sfida ardua che si è posto. Federer e Nadal avevano plasmato l’era precedente con la loro eleganza e la loro intensità, instaurando un duello epico che aveva conquistato il cuore degli appassionati. Djokovic, con il suo gioco potente e la sua resilienza mentale, si è inserito in questo scenario, spingendo le sue capacità al limite, ridefinendo i canoni del tennis agonistico.La vittoria a Ginevra, pur relegata in una stagione più ampia, rappresenta un ulteriore sigillo sulla sua longevità e sulla sua capacità di reinventarsi. La passione che lo anima, espressa con la frase “Sono queste le partite per cui ancora gioco a tennis”, è palpabile. È la ricerca incessante della perfezione, la voglia di confrontarsi con i migliori, la sfida di superare i propri limiti a guidare il serbo.La sconfitta contro Sinner ha evidenziato un momento di transizione, un cambio generazionale in atto. Tuttavia, Djokovic non si arrende. La sua esperienza, la sua preparazione mentale e il suo desiderio di continuare a scrivere nuove pagine nella storia del tennis rimangono fattori determinanti per il futuro. L’erba di Wimbledon, terreno di battaglie leggendarie, lo attende, pronta a testimoniare il prossimo capitolo di una straordinaria carriera.