La crescente emergenza idrica che affligge la provincia di Potenza, segnalata con urgenza dal prefetto Michele Campanaro, impone un’azione coordinata e tempestiva da parte di tutti gli attori coinvolti. La situazione, che vede compromessi i sette principali schemi di approvvigionamento idrico regionali, non è più un’anomalia stagionale, ma un trend preoccupante che rischia di compromettere la sostenibilità del territorio.L’amministratore unico di Acquedotto Lucano, Alfonso Andretta, ha illustrato al prefetto Campanaro una fotografia allarmante: il progressivo calo delle portate sorgive, aggravato da un aumento incontrollato dei consumi, sta mettendo a dura prova la resilienza del sistema idrico. Questo squilibrio, lungi dall’essere un mero problema tecnico, riflette una complessa interazione di fattori ambientali, comportamentali e infrastrutturali.La crisi idrica del passato autunno, che ha imposto restrizioni drastiche nell’erogazione dell’acqua potabile per Potenza e per numerosi comuni limitrofi, ha lasciato un segno profondo nella comunità, ma non è sufficiente a garantire una soluzione duratura. Le misure restrittive imposte allora, pur necessarie per fronteggiare l’emergenza immediata, devono essere integrate da un approccio più strutturale e partecipativo.Campanaro ha esortato i sindaci provinciali a tradurre l’urgenza della situazione in azioni concrete, sollecitando l’emanazione di ordinanze mirate. Queste non devono limitarsi a imporre restrizioni, ma anche a promuovere una profonda riflessione sull’uso responsabile della risorsa idrica. La comunicazione, in particolare, assume un ruolo cruciale: i sindaci devono informare la popolazione in modo chiaro e trasparente, spiegando le cause della crisi e le conseguenze di un comportamento irresponsabile.Parallelamente all’informazione, è essenziale un controllo efficace, delegato agli organi di Polizia Locale, che dovranno vigilare sul rispetto delle ordinanze e sanzionare gli abusi. Tuttavia, la repressione non può essere l’unica risposta. È necessario promuovere l’adozione di pratiche virtuose, incentivando l’efficientamento degli impianti irrigui, l’utilizzo di tecnologie innovative per il risparmio idrico e la sensibilizzazione delle nuove generazioni all’importanza della tutela ambientale.La sfida attuale non è solo quella di garantire la disponibilità di acqua potabile nel presente, ma anche di preservare questa risorsa vitale per il futuro delle prossime generazioni. Richiede un cambio di paradigma, un passaggio da una cultura del consumo indiscriminato a una cultura della sostenibilità e della responsabilità collettiva, dove ogni cittadino si senta parte attiva nella salvaguardia del bene comune. L’azione del prefetto Campanaro rappresenta un primo, importante passo in questa direzione, ma il successo dipenderà dalla collaborazione e dall’impegno di tutti.
Emergenza idrica a Potenza: campanello d’allarme e azioni urgenti
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