Il contrasto alla drammatica persistenza degli incidenti sul lavoro in Italia richiede un cambio di paradigma, un impegno strutturale e condiviso che vada ben oltre le misure correttive emergenziali. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha giustamente definito “moralmente inaccettabile” la situazione, evidenziando come la stabilità numerica dei dati – 593.000 infortuni denunciati nel 2024, a fronte di 1.202 decessi – non possa essere interpretata come un segnale di immobilità positiva. Si tratta, per usare termini più appropriati, di una sconfitta sistemica, un fallimento collettivo che affligge la nostra società e che impone una riflessione profonda e un’azione risoluta.Il Governo, consapevole della gravità del problema, sta lavorando alla definizione di un patto nazionale per la sicurezza, un’iniziativa ambiziosa che mira a innescare una svolta culturale e operativa nel settore. Questo patto non si limiterà alla mera regolamentazione e al rafforzamento dei controlli, sebbene questi ultimi siano imprescindibili, ma si focalizzerà su un approccio integrato e proattivo, capace di affrontare le cause profonde degli incidenti.È necessario, infatti, andare oltre la semplice elencazione delle responsabilità e individuare i fattori sistemici che contribuiscono a generare rischi. Questi includono, ad esempio, la pressione sui costi che spesso porta a compromessi sulla sicurezza, la frammentazione delle competenze e la mancanza di formazione adeguata, la scarsa attenzione alla salute mentale dei lavoratori, sempre più esposti a stress e burnout, e una cultura aziendale che talvolta privilegia la produzione a discapito del benessere e della protezione dei lavoratori.Il patto nazionale per la sicurezza dovrà prevedere, quindi, misure concrete in diversi ambiti. In primis, il rafforzamento della prevenzione, con l’adozione di tecnologie innovative per la valutazione dei rischi e il monitoraggio delle condizioni di lavoro. In secondo luogo, un investimento massiccio nella formazione e nell’aggiornamento professionale, non solo per i dirigenti e i responsabili della sicurezza, ma anche per tutti i lavoratori, promuovendo una cultura della sicurezza diffusa e partecipata.Altrettanto importante è il ruolo delle rappresentanze sindacali, chiamate a svolgere un ruolo attivo nella promozione della sicurezza e nella vigilanza sul rispetto delle norme. Parallelamente, è fondamentale rafforzare il ruolo dell’INAIL, non solo come ente previdenziale, ma anche come centro di competenza e di ricerca nel campo della sicurezza e della prevenzione.L’impegno del Presidente della Repubblica, Giorgio Mattarella, alla presentazione della Relazione Annuale dell’INAIL, sottolinea l’importanza strategica del tema e la necessità di un impegno condiviso da parte di tutti gli attori coinvolti: Governo, imprese, sindacati, istituzioni e lavoratori. Il raggiungimento di un vero cambiamento richiede un’etica del lavoro che ponga al centro la dignità e la sicurezza delle persone, trasformando la prevenzione degli infortuni non in un obbligo burocratico, ma in un valore imprescindibile per la crescita e lo sviluppo sostenibile del Paese. La tutela della vita e dell’integrità fisica dei lavoratori non è solo un imperativo morale, ma un investimento nel futuro della nostra società.