venerdì, 20 Giugno 2025
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Medicina Generale in Lombardia: Allarme e Proposte per il Futuro

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La medicina generale in Lombardia è a un punto di svolta. Un grido d’allarme, formulato con precisione e urgenza dalla Libera Associazione Medicina Generale (LAMG), è stato indirizzato all’Assessore alla Sanità Guido Bertolaso e alle direzioni delle Aziende Socio-Sanitarie Territoriali (ASST), delineando una situazione di profonda criticità che rischia di compromettere la sostenibilità del sistema sanitario lombardo. La lettera, sintesi di un’analisi puntuale, non si limita a denunciare problematiche, ma offre anche spunti di soluzione, evidenziando la volontà dei medici di medicina generale di un dialogo costruttivo, ma fermo di fronte all’inerzia.Il cuore del disagio risiede in una serie di fattori convergenti che gravano sul lavoro dei medici di famiglia. L’obsolescenza rapida delle prescrizioni, fissata a soli sei mesi, genera un ciclo di ricette ripetute spesso prive di giustificazione clinica, esponendo i medici a rischi di responsabilità professionale e consumando risorse preziose. La carenza di ricettari rossi, un problema logistico apparentemente minore, amplifica l’impatto sul flusso di lavoro e sulla percezione di efficienza del servizio.Un nodo cruciale riguarda la gestione delle prestazioni specialistiche, con frequenti ritardi o mancate emissioni di impegnative, certificati di malattia e richieste di ricovero da parte di ospedali e specialisti. Questo disallineamento crea frizioni con i pazienti, in particolare quelli assistiti da assicurazioni sanitarie private, e genera un senso di frustrazione generalizzata. La LAMG sollecita un intervento normativo per sbloccare questa situazione, garantendo un flusso di informazioni fluido e trasparente tra tutti gli attori del sistema.L’introduzione del certificato di malattia telematico, pur rappresentando un’innovazione tecnologica potenzialmente utile, appare implementata in modo disomogeneo e incompleto. L’associazione chiede che il suo utilizzo sia obbligatorio e uniforme per tutti i professionisti sanitari, indipendentemente dalla natura della struttura in cui operano, per evitare disparità di trattamento e garantire la tracciabilità dei dati.Un ulteriore punto critico riguarda il programma di presa in carico, che secondo la LAMG, attualmente favorisce i pazienti a bassa complessità, sottraendo risorse a coloro che ne avrebbero maggiore bisogno. Si propone una ridefinizione del modello per una più equa distribuzione delle risorse e una migliore risposta ai bisogni di salute della popolazione.La lettera all’Assessore Bertolaso è un appello all’azione, un invito a superare l’inerzia e ad attuare interventi concreti e tempestivi. La LAMG dichiara esplicitamente la propria disponibilità al confronto, ma sottolinea con fermezza che, in assenza di risposte positive e tangibili da parte delle istituzioni, non mancherà di adoperarsi per tutelare i propri diritti e quelli dei pazienti, attraverso iniziative di sensibilizzazione e mobilitazione. Il futuro della medicina generale in Lombardia dipende dalla capacità delle istituzioni di ascoltare questo grido d’allarme e di trasformarlo in azioni concrete.

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