La crescente prevalenza dell’obesità infantile nella provincia di Napoli, che la pone all’attenzione come area più colpita in Europa, e l’impennata dei disturbi del comportamento alimentare tra i giovani campani rappresentano una sfida complessa e urgente per la sanità pubblica. Questi fenomeni, acuitesi in seguito alla pandemia, richiedono un intervento strutturato e mirato, che si focalizzi sulla prevenzione precoce e sull’intervento tempestivo. In risposta a questa emergenza, una serie di incontri informativi e di sensibilizzazione, promossi da istituzioni regionali e locali, sono stati avviati a San Giorgio a Cremano e Cercola, in collaborazione con i sindaci e le strutture sanitarie territoriali.La legge regionale campana per il contrasto ai disturbi del comportamento alimentare, un pilastro di questo sforzo, è frutto del lavoro della vice presidente del Consiglio regionale Valeria Ciarambino, supportata da un team di medici e operatori sanitari. La legislazione mira a fornire un quadro normativo e risorse per affrontare problematiche come anoressia, bulimia e, in particolare, il binge eating disorder (BED), che colpiscono sempre più giovani, anche al di sotto dei 12 anni.Il progetto “Obesità Rinascere: dal bruco alla farfalla” è un’iniziativa concreta di riabilitazione metabolica, nutrizionale e cardiorespiratoria, guidata dalla dottoressa Ermenegilda Pagano, specialista in Medicina Interna e Malattie del Metabolismo presso Santa Maria del Pozzo Hospital. L’obesità, lungi dall’essere un mero problema estetico, è riconosciuta come una patologia complessa con gravi implicazioni per la salute individuale e collettiva. Le sue conseguenze si estendono a un ampio spettro di patologie, tra cui diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, disturbi respiratori, problemi epatici e renali, disabilità motorie e disturbi psichiatrici, generando un impatto significativo sulla qualità della vita e sui costi sanitari.La dottoressa Pagano ha evidenziato come, nella sua esperienza, alcuni pazienti con obesità presentino caratteristiche distintive che li conducono a sviluppare il BED. Dalla sua avvio, sono stati identificati oltre 100 pazienti affetti da questa condizione, a cui viene offerto un intervento multidisciplinare che coinvolge medici internisti, fisiatri, neurologi, psicologi, nutrizionisti e fisioterapisti.Un aspetto cruciale è che circa il 98% dei pazienti con BED che si rivolgono alla struttura non aveva ricevuto una diagnosi precedente. Ciò riflette la complessità delle interconnessioni tra obesità e BED e la necessità di una maggiore consapevolezza da parte dei professionisti sanitari. L’approccio terapeutico non si limita alla gestione dei sintomi, ma si concentra sulla sfera psico-emotiva del paziente, che spesso rappresenta sia causa che conseguenza dell’obesità.Oltre al BED, l’obesità può essere associata ad altri disturbi del comportamento alimentare, come il “Sweet eating syndrome,” la “Night eating syndrome,” l’iperfagia, la dipendenza da cibo e il “food sneaking.” Il BED è caratterizzato da abbuffate incontrollate che generano un profondo senso di frustrazione e colpa, alimentando un ciclo vizioso di patologia. Questa condizione aumenta il rischio di depressione e disturbi d’ansia, compromettendo ulteriormente la salute e la qualità della vita del paziente.Per contrastare efficacemente l’obesità e il BED, è fondamentale intensificare gli sforzi di prevenzione e sensibilizzazione, coinvolgendo attivamente i medici di medicina generale, i primi punti di contatto con i pazienti. L’identificazione precoce, la valutazione del rischio cardiovascolare e l’attivazione di percorsi di cura integrati rappresentano le leve principali per l’intervento.Il progetto “Obesità Rinascere” offre un percorso riabilitativo completo che comprende trattamenti farmacologici personalizzati, dietoterapia, corsi di alimentazione consapevole, attività fisica mirata, riabilitazione cardiologica e respiratoria, e un percorso psicologico e psicoterapeutico individuale e di gruppo. La struttura offre un reparto di degenza di lunga durata (30-120 giorni) e un percorso di day hospital di 3 mesi, gestendo ogni anno circa 700 pazienti con obesità. L’alto numero di pazienti provenienti da altre regioni d’Italia testimonia l’eccellenza e la portata dell’iniziativa.
Obesità infantile a Napoli: emergenza, prevenzione e nuove terapie
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