La 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, sotto la direzione artistica di Alberto Barbera, si appresta a illuminare il panorama cinematografico internazionale con la sua sezione “Orizzonti Corti”.
Un concorso prestigioso che, quest’anno, presenta quattordici opere prime e seconde in assoluta anteprima mondiale, provenienti da un mosaico di diciannove nazioni.
Il Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio sarà assegnato da una giuria internazionale, mentre un cortometraggio sarà presentato in una selezione fuori concorso.
Questa edizione de “Orizzonti Corti” si distingue per la sua ricchezza di voci e prospettive, incarnando la crescente importanza dei cortometraggi come forma d’arte autonoma e potente.
La selezione riflette una volontà di esplorare tematiche complesse e sperimentare con linguaggi innovativi, superando i confini geografici e culturali.
L’Italia è orgogliosamente rappresentata da due opere: “Kushta Mayn, La mia Costantinopoli” di Nicoló Folin, un viaggio suggestivo tra memoria e identità, e “Rukeli” di Alessandro Rak, un’opera d’animazione che promette un’esperienza visiva unica.
I cortometraggi in concorso spaziano tra generi e stili, offrendo un ventaglio di narrazioni capaci di toccare corde emotive profonde e stimolare la riflessione critica.
Tra le opere più attese, “Norheimsund” di Ana Alpizar, un ritratto intenso di personaggi femminili in un contesto sociale complesso, si affianca a “Merrimundi” di Niles Atallah, un’opera d’animazione che esplora la connessione tra uomo e natura.
La Francia contribuisce con due opere significative: “La ligne de vie” di Hugo Becker, un dramma corale che indaga le fragilità umane, e “Je crois etendre encore” (I hear it still) di Constance Bonnot, un racconto intimo e commovente.
Il panorama asiatico è rappresentato da opere di grande impatto visivo e narrativo, come “Praying Mantis” di Joe Hsieh, un’animazione che affronta temi di spiritualità e connessione, e “You Jian Chui Yan (A Soil a Culture a River a People)” di Viv Li, un’esplorazione poetica dell’identità culturale.
L’Argentina propone “El Origen del Mundo” di Jazmin Lopez, mentre gli Stati Uniti presentano “The Curfew” di Shehrezad Maher, un dramma sociale che affronta temi di discriminazione e ingiustizia.
La Nuova Zelanda offre “Lion Rock” di Nick Mayow, un’opera che celebra la resilienza umana, mentre la Nigeria propone “Saint Simeon” di Olubunmi Ogunsola, un racconto spirituale che affronta temi di fede e redenzione.
La Svezia contribuisce con “Utan Kelly (Without Kelly)” di Lovisa Sirén, un’opera che esplora le dinamiche familiari, mentre la Francia, la Giordania e il Regno Unito si uniscono per “Coyotes” di Said Zagha, un dramma corale che affronta temi di conflitto e riconciliazione.
Infine, l’Ucraina, in collaborazione con Francia, Belgio, Bulgaria e Paesi Bassi, presenta “Nedostupni (Unavailable)” di Kyrylo Zemlyanyi, un racconto potente e commovente che riflette le ferite di un conflitto recente.