venerdì, 4 Luglio 2025
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OSS Sardegna: Stabilizzazioni a rischio, polemica a Roma

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La questione delle stabilizzazioni degli operatori socio sanitari (OSS), soprannominati “angeli del Covid” per il loro ruolo cruciale durante l’emergenza pandemica, solleva interrogativi urgenti sulla coerenza delle politiche regionali sarde e sull’effettivo rispetto delle aspettative generate. L’interrogazione presentata dal consigliere regionale Fausto Piga, a nome di Fratelli d’Italia, mette in luce una disconnessione tra le promesse di stabilizzazione e le azioni concrete della Giunta Todde e dell’Assessora Desirè Manca.Il nodo centrale ruota attorno alle graduatorie a tempo indeterminato, in particolare quella dell’Azienda Sanitaria Regionale (ARES), che conta oltre duemila candidati idonei. Il termine ultimo per l’effettivo scorrimento di queste graduatorie, e quindi per la possibilità di assumere circa 150 OSS che possiedono i requisiti necessari, si avvicina inesorabilmente al 31 dicembre 2025. La mancata attuazione di questo processo solleva dubbi sulla volontà politica di onorare gli impegni presi.La critica di Fratelli d’Italia non si limita alla sola questione delle stabilizzazioni, ma estende la sua analisi alla gestione complessiva del sistema sanitario regionale da parte della Giunta del Campo Largo. In particolare, l’introduzione dei cosiddetti “cantieri occupazionali” nel settore sanitario è stata oggetto di forti contestazioni fin dalla sua presentazione. Questi progetti, con una durata limitata di otto mesi, vengono percepiti come un palliativo che non risolve il problema della carenza di personale qualificato e contribuisce, anzi, a perpetuare il precariato nel settore. La creazione di queste strutture, lontane da una soluzione strutturale, genera confusione e alimenta un circolo vizioso di instabilità lavorativa.Il ragionamento è semplice: se esistono graduatorie già esistenti, composte da professionisti qualificati e pronti a ricoprire posizioni necessarie, perché non attingere direttamente da esse, evitando di creare nuove e temporanee opportunità che, di fatto, ritardano l’effettiva risoluzione del problema? La scelta di privilegiare i cantieri occupazionali, secondo i consiglieri di Fratelli d’Italia, non è dettata da una reale mancanza di risorse finanziarie, ma da una precisa scelta politica volta a mantenere un bacino di lavoratori precari, potenzialmente più malleabili e meno inclini a rivendicazioni salariali e contrattuali.La denuncia di Fausto Piga è esplicita: si tratta di un gioco crudele con la disoccupazione, un’opportunità persa per offrire stabilità e dignità professionale a coloro che hanno dimostrato il loro valore durante l’emergenza sanitaria. La posizione di Fratelli d’Italia è chiara e coerente: si oppone fermamente a questa politica del precariato e chiede con urgenza un cambio di rotta, un impegno concreto per onorare le promesse fatte e per garantire un futuro più sicuro e stabile per gli “angeli del Covid”. La questione non è solo economica, ma soprattutto di giustizia e di rispetto verso chi ha dedicato il proprio impegno al servizio della comunità.

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