Il futuro climatico del Piemonte si configura come una sfida complessa e multidimensionale, come evidenziato da un’analisi approfondita condotta da Axa Climate, in collaborazione con esperti di climatologia e data science. Lo studio, presentato in un contesto di sensibilizzazione con il sostegno di Ania e del Comune di Torino, proietta scenari di crescente vulnerabilità per la regione entro il 2050, con implicazioni significative per l’economia, le infrastrutture e l’ambiente.L’incremento delle ondate di calore rappresenta un elemento centrale di questa trasformazione. Torino, in particolare, potrebbe sperimentare un’impennata di oltre 40 giorni annui con temperature superiori ai 35°C, mentre Alessandria, a causa della sua posizione geografica, si attesta su un aumento ancora più marcato. Questo fenomeno non è semplicemente una questione di disagio termico, ma un fattore di rischio per la salute pubblica, per la produttività agricola e per il funzionamento di settori vitali come l’energia e i trasporti.L’aumento della frequenza e dell’intensità delle precipitazioni estreme, con conseguenti rischi di allagamenti, aggrava ulteriormente la situazione. L’autostrada A5, arteria cruciale per la connettività tra Torino e Aosta, è particolarmente esposta, con previsioni di innalzamenti del livello dell’acqua fino a 130 cm in alcuni tratti. Questo non è solo un rischio infrastrutturale, ma anche un potenziale danno economico e sociale, con possibili interruzioni del traffico, danni alle proprietà e impatti sulla sicurezza delle persone.La Pianura Padana, cuore agricolo del Piemonte, è anch’essa destinata a subire conseguenze pesanti. Le inondazioni fluviali, accentuate dal cambiamento climatico, minacciano la fertilità dei terreni, la produzione alimentare e la stabilità delle comunità rurali. La perdita di acqua, destinata all’irrigazione, si presenta come una delle principali preoccupazioni, con un impatto diretto sulla produzione agricola e sulla disponibilità di risorse per l’intero sistema idrico regionale.Un ulteriore fattore critico è lo stress idrico crescente, che colpisce in modo particolare la parte meridionale del Piemonte. Proiezioni indicano un consumo dell’acqua disponibile che supererà il 40% entro il 2050, compromettendo la sostenibilità delle attività economiche e la sicurezza alimentare. La viticoltura nelle Langhe, un settore di eccellenza del territorio, è particolarmente vulnerabile, con un aumento previsto dello stress idrico che potrebbe compromettere la qualità delle uve e la redditività delle aziende agricole.Queste proiezioni sottolineano l’urgenza di adottare strategie di mitigazione e di adattamento ambiziose e coordinate. È necessario investire in infrastrutture resilienti, promuovere pratiche agricole sostenibili, migliorare la gestione delle risorse idriche e sensibilizzare la popolazione sui rischi climatici. La collaborazione tra istituzioni, imprese e comunità locali è fondamentale per costruire un futuro più sicuro e sostenibile per il Piemonte. La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e l’implementazione di soluzioni innovative rappresentano non solo una necessità impellente, ma anche un’opportunità per stimolare la crescita economica e migliorare la qualità della vita delle generazioni future.
Piemonte a rischio: ondate di calore e siccità in arrivo.
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