L’Intersindacale Sanitaria Abruzzese, voce unita di Anpo, Aupi, Cipe, Cisl-Medici, Fials, Fismu, Nursind, Nursing-Up, SimeT, Simpef, Sinafo e Snr, esprime profonda preoccupazione e proclama lo stato di agitazione nel Servizio Sanitario Regionale. Questa decisione, assunta a fronte di un preoccupante silenzio istituzionale, riflette una crescente e insostenibile spirale di criticità che minaccia la tenuta stessa del sistema sanitario abruzzese.La richiesta urgente di un tavolo di confronto con l’amministrazione regionale non è una semplice rivendicazione sindacale, ma un imperativo per avviare un processo di diagnosi approfondita e programmazione strategica volta a sanare le ferite strutturali che affliggono il sistema. Il debito sanitario, le cui cifre, fluttuanti tra i 113 e i 200 milioni di euro, sono solo la punta dell’iceberg di una situazione più complessa e pericolosa.Le misure di austerity imposte, con riprogrammazioni in calo di capitoli di spesa, aggravano un quadro già drammatico. L’impossibilità di programmare assunzioni di personale amministrativo, in un contesto di crescente carico di lavoro, e la persistente, problematica, dipendenza da personale interinale per l’assistenza socio-sanitaria, sollevano seri interrogativi sulla pianificazione a lungo termine e sulla qualità del servizio offerto alla cittadinanza. Il blocco degli aumenti contrattuali previsti a livello nazionale per medici e infermieri, professionisti che incarnano la linfa vitale del sistema, risulta inaccettabile e demotivante.La mobilitazione sindacale non si limita alla gestione del debito. Essa abbraccia un ventaglio di criticità che impattano direttamente sulla salute dei cittadini: lunghe liste d’attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici, sovraffollamento dei Pronto Soccorso, un collasso dell’assistenza territoriale accentuato dalla carenza di medici di medicina generale e pediatri. Questa carenza, innescata anche da condizioni di lavoro insostenibili e inadeguate, sta erodendo la fiducia dei pazienti nel sistema sanitario pubblico.A ciò si aggiunge una preoccupante “anarchia” nell’applicazione delle direttive regionali, che si manifesta in disparità di trattamento tra le diverse realtà territoriali e in scelte arbitrarie nella nomina dei direttori di Dipartimenti, compromettendo la coerenza e l’efficacia delle politiche sanitarie. L’insufficienza di personale socio-sanitario all’interno delle Unità operative ospedaliere, penalizza ulteriormente la qualità dell’assistenza.L’Intersindacale Sanitaria Abruzzese, consapevole della gravità della situazione, si riserva il diritto di proclamare nuove forme di protesta se l’amministrazione regionale non accoglierà tempestivamente la richiesta di un confronto costruttivo e trasparente, finalizzato a garantire un futuro sostenibile e di qualità per la sanità abruzzese. La tutela della salute dei cittadini non può essere oggetto di compromessi.
Sanità Abruzzo: Intersindacale in agitazione, rischio collasso.
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