Nell’eco silenziosa della Casa Circondariale “Le Costarelle” de L’Aquila, si è manifestata un’iniziativa di profondo significato, “Semi di Speranza”, intessuta nel tessuto dell’Anno Giubilare. Più che un evento, un’esplorazione del potenziale trasformativo del perdono, della reintegrazione e della riscoperta del sé, offerta a ospiti e detenuti in un dialogo corale di resilienza.Il cuore pulsante di “Semi di Speranza” ha risuonato con l’arte come veicolo di espressione e catarsi. Segnalibri, piccoli scrigni di parole forgiate dietro le sbarre, hanno offerto uno sguardo intimo nel percorso interiore dei detenuti, testimonianze tangibili di un desiderio di cambiamento radicale. La musica, fiume generativo di emozioni, ha permeato l’atmosfera con sfumature sonore che richiamano la complessità dell’esperienza umana: l’energia psichedelica dei Pink Floyd, una ricerca di nuove prospettive, si è fusa con il ritmo rilassante del reggae, un inno alla speranza e alla connessione con la comunità. L’interpretazione musicale, arricchita dall’abilità degli allievi del corso di chitarra del Cpia L’Aquila, ha creato un ponte tra generazioni e mondi differenti.L’iniziativa, culminata nella celebrazione della Santa Messa, ha voluto proiettare la luce del Giubileo, anno dedicato alla misericordia, anche nel contesto della detenzione, un luogo spesso percepito come marginale e distante. Padre Francesco Lo Presti, cappellano della struttura, ha enfatizzato la difficoltà del cammino verso la redenzione, sottolineando come la vera penitenza risieda nella capacità di guardare oltre il proprio errore e abbracciare la possibilità di una nuova vita.Al fianco di Padre Lo Presti, la Direttrice della Casa Circondariale Barbara Lenzini, la Comandante della Polizia Penitenziaria Maria Elisa Finauro, l’Arcivescovo Antonio D’Angelo e Don Pasquale D’Elia, promotore di progetti di reinserimento sociale e sensibilizzazione scolastica, hanno offerto prospettive diverse ma convergenti sulla necessità di un approccio olistico alla riabilitazione. Don Pasquale, con la sua esperienza maturata a Campobasso, ha illustrato l’importanza di creare legami con la comunità esterna, abbattendo le barriere che separano il mondo carcerario dalla società civile.Il confronto aperto tra operatori penitenziari, forze dell’ordine e detenuti ha rivelato le sfide intrinseche a un sistema complesso, dove la sicurezza, imprescindibile in una struttura che accoglie anche detenuti in regime di 41 bis, deve coesistere con un’attenzione umanitaria, un ascolto attivo e una profonda comprensione delle dinamiche psicologiche e sociali che contribuiscono alla recidiva.Il supporto delle funzionarie giuridico-pedagogiche Sara Conte, Antonella Petricca, Mirella Caresta, e della psicologa Veronica Valerio, testimonia l’impegno costante nel creare un ambiente di supporto e incoraggiamento per i detenuti, facilitando l’accesso a percorsi di crescita personale e professionale. “Semi di Speranza” rappresenta un seme di umanità, piantato in un terreno apparentemente arido, con la speranza che possa germogliare e dare frutto a un futuro di speranza e reintegrazione.
Semi di Speranza: Arte e Perdono tra le Mura de Le Costarelle
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