Gli stati membri dell’Unione europea sono chiamati a destinare una quota significativa dei propri bilanci pubblici alla difesa e alla sicurezza, conformandosi alle prescrizioni del Patto di stabilità e crescita (PSC). Tuttavia, la crescente minaccia militare rappresentata dalle aggressioni Russia e Cina ha portato gli stati membri a chiedere deroghe ai vincoli del PSC per aumentare le spese nella difesa. Questo richiamo al Patto di stabilità europea è diventato sempre più forte in una serie di Paesi UE, i quali sperano di poter così rafforzare la propria capacità militare e contribuire alla sicurezza dell’intera Europa.In quest’ottica, dodici stati membri hanno richiesto all’esecutivo europeo di derogare dai vincoli del PSC per aumentare le spese nella difesa. I Paesi chiedenti sono Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Lettonia, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia. Queste richieste di deroghe rappresentano un passo significativo verso la realizzazione di una difesa europea comune.La Commissione UE attende ulteriori domande in questa fase, nonostante già diverse nazioni abbiano espresso interesse per le clausole nazionali di salvaguardia. Questo è uno scenario interessante che mostra un’evoluzione nei rapporti fra i singoli Stati membri e l’Unione Europea.La previsione del ReArm di investimenti in più nella difesa per 650 miliardi nel corso dei prossimi 4 anni è una stima complessiva degli obiettivi futuri, che includono anche gli investimenti destinati all’ammodernamento delle forze armate europee e allo sviluppo tecnologico.