28 maggio 2024 – 21:59
Il 28 maggio 1980, in via Salaino a Milano, si verificò un tragico evento causato dai terroristi della Brigata XXVIII Marzo, provenienti da famiglie benestanti di Milano e radicalizzati dalla lotta armata. Un commando senza scrupoli assassinò il giornalista spoletino con cinque spietati colpi di pistola, mirando alla testa e al cuore. I responsabili di questo vile gesto furono identificati come Marco Barbone, figlio di un dirigente dell’RCS che in seguito si pentì, e Paolo Morandini, figlio di un giornalista del Giorno. A completare il gruppo c’erano Mario Marano, Francesco Giordano, Daniele Laus e Manfredi De Stefano.Oggi, al cimitero di Milano, i colleghi del defunto fondatore della corrente sindacale Stampa democratica si sono riuniti per rendere omaggio alla sua memoria. Persone come Renzo Magosso e il direttore di Gente Umberto Brindani continuano la battaglia affincheeacute; le responsabilità degli inquirenti sulla morte del giornalista non vengano dimenticate. Dopo aver subito un processo ingiusto e una condanna che ha compromesso la loro libertà d’espressione, la Corte di Strasburgo ha riconosciuto l’ingerenza sproporzionata nella loro vita professionale e morale.Il prossimo 10 giugno a Brescia si terrà l’udienza d’appello relativa al processo intentato dal colonnello Alessandro Ruffino, ex capitano dei carabinieri sotto il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa durante le indagini sui terroristi. Inizialmente condannato solo con una multa minima dall’ex gip Guido Salvini oggi in pensione, il colonnello Ruffino cerca giustizia per le mancanze nelle indagini sulla morte del giornalista Tobagi.Le rivelazioni di Rocco Ricciardi, noto come “il Postino” delle Formazioni comuniste combattenti comuniste al brigadiere Dario Covolo nel 1979 hanno portato a scoprire piani per uccidere Tobagi da parte di un altro gruppo terroristico. Il Tribunale di Brescia sospetta che ci fossero più gruppi coinvolti nella trama e che informazioni cruciali siano state nascoste per evitare scandali all’interno delle forze dell’ordine.
