La decisione dei sindaci agrigentini, presa con un consenso pressoché unanime, segna una svolta significativa nella gestione delle risorse idriche provinciali, sancendo la dissoluzione del consiglio d’amministrazione di Aica, l’azienda consortile incaricata di coordinare e amministrare il delicato sistema idrico agrigentino. La revoca, che interessa tutte le cariche sociali, inclusa quella del presidente Settimio Cantone, rappresenta il culmine di una crescente tensione tra gli enti locali e la precedente governance, culminata in una richiesta formale di dimissioni da parte del cda stesso.L’organo amministrativo, in carica da due anni, aveva percepito l’irrigidimento del clima e, anticipando un voto di sfiducia, aveva prudentemente affidato ai comuni, i soci fondatori, la responsabilità di determinare il proprio futuro, riconoscendo di non poter più garantire una gestione efficace e condivisa. Questo gesto, lungi dall’attenuare la situazione, ha cristallizzato la necessità di un intervento radicale.Le ragioni di questa decisione, lungi dall’essere un semplice cambio di guardia, affondano le radici in una complessa situazione finanziaria e gestionale. Un deficit di gestione di 4 milioni di euro, aggravato da un debito considerevole, pari a 18 milioni, nei confronti di Siciliacque, ha reso estremamente difficoltoso il mantenimento di un servizio efficiente e sostenibile. Questo scenario ha messo a dura prova la capacità dei comuni di adempiere agli obblighi finanziari, in particolare la necessità di riequilibrare il disavanzo e di implementare aumenti tariffari per i cittadini, generando un crescente malcontento e forti critiche rivolte all’amministrazione precedente.La nuova fase, delineata dai sindaci, prevede l’adozione di un approccio più professionale e orientato alla ricerca di competenze specifiche. L’intenzione è quella di lanciare un bando pubblico per selezionare figure manageriali esperte, in grado di affrontare le sfide complesse legate alla gestione delle risorse idriche, ottimizzando i processi, incrementando l’efficienza e garantendo la trasparenza.Tuttavia, consapevoli della necessità di una transizione ordinata, si è reso indispensabile l’affidamento temporaneo della gestione ad un commissario straordinario. Questa figura avrà il compito di garantire la continuità del servizio e di preparare il terreno per l’insediamento della nuova governance. L’assemblea dei soci è stata quindi riconvocata per mercoledì prossimo, con l’obiettivo di formalizzare la nomina del commissario e di avviare concretamente il processo di rinnovamento dell’azienda consortile, auspicando una nuova era di gestione più responsabile e attenta alle esigenze del territorio agrigentino. La vicenda solleva, inoltre, interrogativi più ampi sulla governance del settore idrico in Sicilia, evidenziando la necessità di modelli più efficienti e partecipativi per garantire un accesso equo e sostenibile alle risorse idriche.
Crisi Aica: Dissolta la governance, commissario in arrivo.
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