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domenica 26 Ottobre 2025

Sequestro da 7 milioni a Lentini: colpiti padre e figlio mafiosi

L’azione decisa della Guardia di Finanza di Catania, supportata da un team specializzato di colleghi provenienti da Caltanissetta, ha portato al sequestro di beni per un valore complessivo di sette milioni di euro, colpendo duramente due figure chiave di spicco all’interno di un’articolazione criminale radicata nel territorio di Lentini (Siracusa).

Giuseppe e Domenico Gentile, padre e figlio, sono stati identificati come elementi di primo piano del clan Nardo, una cellula operativa essenziale per la potente famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, che domina la scena criminale etnea.
Il provvedimento, emesso dal Tribunale su impulso della Procura Distrettuale di Catania, interviene in un’indagine complessa che ha svelato un intricato sistema di gestione illecita di risorse finanziarie e immobiliari, strettamente legato alle attività di trasporto merci su strada.

Giuseppe Gentile, noto come ‘Pippo’, figura centrale nel tessuto criminale locale, è deceduto nel 2022, ma la sua storia giudiziaria è costellata di condanne definitive per associazione mafiosa e sospetti di intestazione fittizia di beni, condivisi con il figlio Domenico.
Questo sequestro rappresenta l’ennesima ripercussione di una vita dedita al crimine e alla gestione di attività economiche inquinati da logiche mafiose.

Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria (PEF) di Catania hanno rivelato che Domenico Gentile, durante il periodo di detenzione del padre, avrebbe assunto un ruolo di primo piano nella gestione delle imprese oggetto di indagine.

In particolare, il Tribunale ha evidenziato il suo coinvolgimento nella direzione e nel controllo delle attività commerciali, configurando un meccanismo di continuità criminale volto a eludere i controlli e a preservare il patrimonio illecitamente accumulato.
Il provvedimento di sequestro, frutto di un’approfondita analisi finanziaria e patrimoniale, mira a disgregare le strutture economiche che sostengono l’organizzazione criminale, privandola delle risorse necessarie per proseguire nelle sue attività illecite.

L’operazione si inserisce in un contesto più ampio di contrasto alla criminalità organizzata, volto a recuperare i beni derivanti da attività illecite e a restituire legalità e sviluppo economico al territorio.

Il Tribunale, accogliendo le richieste della Procura, ha dimostrato una fermezza inequivocabile nel perseguire chiunque, a qualsiasi livello, sia coinvolto in attività mafiose, segnando un passo importante nella lotta contro la criminalità organizzata e nella tutela del bene pubblico.
L’inchiesta prosegue, con la speranza di individuare ulteriori complici e di svelare l’intera rete di relazioni che sorregge questa pericolosa organizzazione.

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