La complessa logistica dell’iniziativa “Global Sumud Flotilla”, volta a fornire assistenza umanitaria alla popolazione palestinese di Gaza, determina un rinvio della partenza delle imbarcazioni dalla Sicilia.
L’avvio, inizialmente fissato per domenica 7 settembre, è stato posticipato per garantire un coordinamento preciso con le partenze dalla Tunisia e con le imbarcazioni già in navigazione da Barcellona, le quali sono monitorate in tempo reale attraverso il sito globalsumudflotilla.
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Secondo Maria Elena Delia, portavoce italiana del progetto, la missione trascende i confini nazionali, configurandosi come un’azione globale.
Questa natura transnazionale impone un’armonizzazione delle partenze, escludendo la possibilità di definire una data certa per la rotta siciliana fino a quando le navi provenienti dalla Tunisia non avranno intrapreso il loro viaggio.
La flotta non opera isolatamente, ma come parte di un sistema interconnesso.
Nonostante il ritardo della partenza via mare, si conferma l’appuntamento di domenica 7 settembre con la mobilitazione nazionale a Roma.
La città sarà teatro di una fiaccolata che prenderà il via alle ore 19:00 da Piazza Vittorio Emanuele II, per concludersi nei pressi della Piramide Cestia.
L’evento, atteso con un’ampia partecipazione popolare, si preannuncia un momento di forte coinvolgimento emotivo, con la presenza prevista di figure provenienti dal mondo dello spettacolo, rappresentanti politici, delegazioni di associazioni e movimenti sociali.
La manifestazione romana sarà caratterizzata da un’atmosfera partecipativa, con performance artistiche improvvisate, proiezioni di immagini e musica dal vivo.
Al fine di preservare l’unità e l’apertura dell’evento, gli organizzatori hanno espressamente vietato l’esibizione di bandiere, stendardi o qualsiasi altro simbolo identificativo di appartenenza politica.
Unica eccezione ammessa è la presenza delle bandiere palestinesi, elemento simbolico centrale dell’iniziativa, testimonianza di solidarietà e supporto al popolo palestinese.
La fiaccolata si configura come un atto di resilienza e speranza, un segnale forte di vicinanza alla popolazione di Gaza e un richiamo alla necessità di un’azione umanitaria concreta e coordinata.