L’Intelligenza Artificiale al Servizio del Benessere Umano: Un Nuovo Paradigma per la Sanità e la RiabilitazioneIl convegno nazionale “Intelligenza Artificiale e Riabilitazione”, ospitato presso il Serafico di Assisi, ha rappresentato un momento cruciale di riflessione e condivisione di esperienze, delineando un percorso di trasformazione radicale per il settore sanitario.
Lungi dall’essere una semplice rivoluzione tecnologica, l’integrazione dell’intelligenza artificiale si configura come un’opportunità per ridefinire il concetto stesso di cura, spostando il focus dalla mera efficienza verso un approccio profondamente centrato sulla persona.
Sandro Elisei, direttore scientifico del Serafico, ha aperto i lavori sottolineando che la vera sfida non risiede nell’adozione di nuove tecnologie, ma nella capacità di coltivare una visione che ne esprima il potenziale in termini di miglioramento della vita delle persone.
L’IA non deve essere considerata uno strumento sostitutivo, ma un amplificatore delle capacità umane, in grado di svelare nuove prospettive e di liberare risorse per un’assistenza più personalizzata e compassionevole.
Un tema ricorrente durante il convegno è stato l’imperativo etico che deve guidare l’implementazione dell’IA.
La senatrice Paola Binetti, medico e bioeticista, ha proposto cinque principi cardine: trasparenza, responsabilità, affidabilità, imparzialità e accessibilità.
Questi pilastri non solo garantiscono un utilizzo corretto dell’IA, ma promuovono anche una cultura di fiducia tra operatori sanitari e pazienti, elemento imprescindibile per un’assistenza di qualità.
Le presentazioni di casi clinici hanno illustrato come l’IA stia già contribuendo a migliorare significativamente i percorsi di cura.
Mauro Zampolini ha esposto modelli riabilitativi in cui l’IA supporta la definizione di protocolli personalizzati, il monitoraggio dei progressi e l’ottimizzazione degli esercizi, mentre Giuseppina Sgandurra ha presentato studi innovativi nel campo della neuroriabilitazione infantile, dove sensori indossabili e algoritmi intelligenti consentono di costruire veri e propri “digitomi comportamentali” per bambini con paralisi cerebrale.
L’evoluzione verso la Generative AI e i Large Language Models, evidenziata da Luigi De Angelis, apre nuove frontiere in radiologia, oncologia e neurologia, ma solleva anche interrogativi cruciali sulla necessità di una formazione adeguata per evitare un utilizzo inconsapevole o inefficace di questi potenti strumenti.
Giovanni Iolascon ha richiamato l’attenzione sull’impatto dell’IA sulla formazione medica, sottolineando il rischio di dipendenza cognitiva e perdita del giudizio clinico, se non si presta attenzione all’uso critico delle risposte algoritmiche.
La Governance dell’IA, discussa da Rossella Di Bidino, rappresenta un altro aspetto fondamentale.
L’adozione di metodologie di valutazione rigorose è essenziale per garantire che le decisioni cliniche siano basate su evidenze solide e non su modelli privi di fondamento.
Massimo Rolla, Garante delle persone con disabilità della Regione Umbria, ha sottolineato il potenziale dell’IA per migliorare l’accessibilità di ambienti, comunicazioni e processi, ma ha anche ammonito: la tecnologia deve essere progettata per servire la persona, e non viceversa.
La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, ha riaffermato l’impegno del sistema sanitario umbro a coniugare efficienza e umanizzazione della cura, un modello in cui l’IA può trovare spazio solo se mantiene una logica di accompagnamento e centralità della persona.
Il videomessaggio della ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, ha evidenziato il potenziale dell’IA per rafforzare il progetto di vita delle persone con disabilità, favorendo autonomia, comunicazione e partecipazione.
Il convegno si è concluso con una chiara affermazione: la vera innovazione non risiede nell’introduzione di tecnologie avanzate, ma nella capacità di far sì che queste rimangano al servizio della persona, amplificando la relazione, la cura e la responsabilità condivisa.
Come ha osservato Massimo Vallasciani, direttore sanitario del Serafico, l’intelligenza artificiale rappresenta una risorsa concreta per la riabilitazione, aiutandoci a monitorare meglio i percorsi, personalizzare gli interventi e ottimizzare i risultati clinici.
La sfida culturale che ci attende è quella di integrare l’IA in modo etico e responsabile, preservando il valore insostituibile dell’intervento umano e promuovendo un futuro in cui la tecnologia sia al servizio del benessere di tutti.






