L’attività di un’impresa di gestione rifiuti nell’Eugubino è finita nel mirino dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Perugia, che hanno deferito il suo legale rappresentante, un uomo di 58 anni, alla Procura della Repubblica.
L’azienda, operante in possesso di un’Autorizzazione Unica Ambientale comunale e di una determinazione dirigenziale regionale, era autorizzata a svolgere operazioni di demolizione, recupero e rottamazione di veicoli fuori uso, oltre alla gestione di rifiuti pericolosi e non pericolosi, nel rigoroso rispetto delle aree designate e delle prescrizioni normative.
L’ispezione condotta dai militari ha tuttavia rivelato un quadro di gravi irregolarità, configurabili come reati legati alla gestione illecita dei rifiuti.
L’indagine ha portato alla luce una prassi inaccettabile: il gestore, agendo in palese violazione delle normative vigenti, procedeva alla raccolta di contenitori non adeguatamente bonificati da gas pericolosi, classificati come rifiuti speciali, senza le necessarie autorizzazioni.
La situazione era resa ancora più critica dalla carente sicurezza dell’area di stoccaggio: i contenitori, privi di protezioni contro eventi atmosferici o accidentali, giacevano a terra, in prossimità di parti di veicoli disassemblati e di rifiuti elettronici, creando un potenziale pericolo per l’ambiente e per la salute pubblica.
Particolarmente allarmante è risultata l’esistenza di una zona dell’impianto, non espressamente autorizzata per il deposito di alcun tipo di rifiuto, ma de facto occupata da ingenti quantitativi di materiali di scarto.
Si trattava di una vera e propria discarica abusiva composta da radiatori in alluminio, rame, ferro compresso, motori elettrici, materiali in acciaio e cromo, ammassi di cavi elettrici e ulteriori componenti provenienti dallo smontaggio di autoveicoli.
Questa pratica elude il principio di tracciabilità e responsabilità ambientale, elementi cruciali per una gestione sostenibile dei rifiuti.
Le irregolarità riscontrate configurano una gestione non autorizzata e non conforme alle autorizzazioni rilasciate, evidenziando una grave compromissione dei protocolli di sicurezza e delle procedure corrette.
Oltre al deferimento in stato di libertà del titolare dell’attività per i reati di competenza, è stata allertata la Provincia di Perugia, incaricata di disporre i provvedimenti necessari per il ripristino dello stato dei luoghi e per valutare l’eventuale sospensione o revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività, al fine di prevenire ulteriori danni ambientali e sanzionare comportamenti irresponsabili.
L’episodio sottolinea l’importanza di un controllo rigoroso e di una costante vigilanza sull’operato delle aziende che si occupano di gestione dei rifiuti, per tutelare l’ambiente e la collettività.






