Il 24 ottobre, alle ore 11:30, la comunità culturale italiana attenderà con trepidazione l’annuncio cruciale che determinerà la prossima Capitale Italiana del Libro.
La proclamazione ufficiale, che sancirà la città eletta a custode del patrimonio letterario nazionale per l’anno 2026, si terrà a Roma, nella Sala della Crociera del Collegio Romano, sotto l’egida del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e sotto lo sguardo attento della Giuria di esperti, rappresentativa del panorama critico e culturale del Paese.
La competizione si preannuncia agguerrita, con cinque città che si contendono l’onore e le responsabilità del titolo.
Ognuna ha presentato un dossier di candidatura ambizioso e originale, delineando una visione distintiva per celebrare il libro e la lettura nella propria comunità.
Carmagnola, con il progetto “Identità, libri e territorio”, ambisce a tessere un legame profondo tra la letteratura e le radici culturali del Piemonte.
Perugia, con il tema “Gocce.
L’acqua si fa voce”, intende esplorare il simbolismo dell’acqua come elemento vitale e veicolo di storie, collegando il patrimonio letterario alla geografia umbra.
Pistoia, con “Pistoia: l’avventura del leggere, il coraggio di costruire il futuro”, si propone di promuovere la lettura come motore di cambiamento sociale e culturale.
Nardò, in Puglia, con “Nardò Capitale della Lettura Rigenerativa: Territori, Comunità, Futuro”, focalizza l’attenzione sulla capacità della letteratura di rigenerare il tessuto sociale e di promuovere lo sviluppo sostenibile.
Infine, Tito, in Basilicata, con “Una lettura che rigenera.
Tito 2026, tra identità, diversità, comunità e futuro”, mira a valorizzare l’identità locale attraverso la lettura, promuovendo l’inclusione e il dialogo interculturale.
La designazione di una Capitale del Libro non è semplicemente un riconoscimento prestigioso; è un investimento strategico nel futuro del Paese.
Il Comune vincitore riceverà un contributo economico di