lunedì 8 Settembre 2025
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Umbria: Abbondanza di Grano e Tensioni di Mercato

La Campagna Cerealicola 2025 in Umbria: tra Abbondanza e Tensioni di MercatoLa campagna cerealicola 2025 in Umbria si presenta come un paradosso, un quadro complesso dove l’eccellenza della produzione convive con una pressione commerciale al ribasso.
I raccolti di grano duro e tenero hanno superato le aspettative, segnando un anno di abbondanza che avrebbe dovuto portare prosperità, ma che invece si scontra con la realtà di un mercato globale in profonda trasformazione.
I dati della Camera di Commercio dell’Umbria rivelano una produzione di grano duro che ha toccato le 100.000 tonnellate, un incremento del 25% rispetto al 2014, confermando il ruolo significativo della regione nel contesto nazionale (2,3% del totale).
Anche il grano tenero ha registrato un aumento considerevole, sebbene in misura meno marcata, a testimonianza di una stagione favorevole.

Tuttavia, questa ricchezza produttiva contrasta con un andamento dei prezzi decisamente sfavorevole.
I produttori umbri, e gli intermediari che operano lungo la filiera, si trovano a fronteggiare una pressione commerciale che erode i margini economici.
Giuseppe Diano, presidente della Borsa Merci di Perugia, anticipa che la prossima riunione vedrà una nuova revisione al ribasso delle quotazioni, sia per il grano duro che per il grano tenero, un segnale di mercato preoccupante.
L’origine di questa situazione è multifattoriale.
La concorrenza internazionale gioca un ruolo determinante.

L’arrivo di enormi quantità di grano da paesi come Canada e Francia, caratterizzati da raccolti eccezionali e prezzi competitivi, amplifica la pressione sui produttori locali.

La situazione è ulteriormente aggravata dal dominio russo nel mercato globale, con un raccolto che ha quasi monopolizzato le esportazioni verso l’Africa, limitando le opportunità per altri paesi.
Nonostante la qualità dei cereali umbri sia stata valutata positivamente, addirittura superiore a quella dell’anno precedente, i numeri parlano chiaro: il prezzo medio del grano duro di migliore qualità si è attestato a 264 euro a tonnellata nella prima settimana di settembre, con una contrazione del -4,9% rispetto al 2024 e un crollo del -28,2% rispetto al 2023.
Il grano tenero mostra una maggiore resilienza rispetto al 2024, ma anche in questo caso si registra un arretramento significativo rispetto al 2023.
A livello nazionale, la produzione di grano duro ha subito un incremento del 24,7%, trainata da una crescita esponenziale in regioni come Sicilia (+110,5%) e Puglia (+37,7%).

L’Umbria, con il suo +25%, si posiziona al di sopra della media delle regioni centrali, ma non sufficiente a mitigare le conseguenze della dinamica globale.

La produzione nazionale, pur in aumento, non è sufficiente a coprire il fabbisogno interno, superiore agli 8 milioni di tonnellate, con una forte dipendenza dall’industria molitoria.

La Borsa Merci di Perugia si distingue come un punto di riferimento per la trasparenza dei prezzi, fornendo un dato reale pagato ai produttori, a differenza di altre piattaforme.

Questo elemento sottolinea la necessità di una riflessione più ampia sulla filiera cerealicola, puntando su una maggiore equità nella distribuzione dei valori creati dai produttori umbri.
L’ente camerale umbro conclude che, sebbene la regione abbia dimostrato la sua capacità di generare quantità e qualità superiori alla media, la sfida cruciale sarà tradurre questi risultati in un reddito stabile e sostenibile per le aziende agricole, un obiettivo che richiede una politica di filiera più incisiva e una maggiore capacità di negoziazione a livello internazionale.

La competitività umbra non può essere sacrificata sull’altare di dinamiche di mercato esterne al controllo dei produttori locali.

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