lunedì 13 Ottobre 2025
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Orsini lancia l’allarme: serve una manovra poderosa per l’Italia.

La pressione sull’esecutivo è palpabile.
Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha lanciato un appello esplicito, un monito veemente, durante la recente conclusione del convegno dei Giovani Imprenditori a Capri.

La sua affermazione, “Serve una manovra che deve essere poderosa, perché se facciamo come l’anno scorso.

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“, non è solo una constatazione, ma una vera e propria richiesta di rottura con un approccio che, a suo avviso, si è rivelato insufficiente.
L’eco delle sue parole risuona in un contesto economico complesso, caratterizzato da un’incertezza globale che impatta direttamente sulla competitività delle imprese italiane.
Non si tratta di una semplice questione di gestione finanziaria, ma di una sfida esistenziale per il tessuto produttivo nazionale.
Ripetere gli errori del passato, mantenere un approccio incrementale e timoroso, significherebbe condannare il Paese a un futuro di stagnazione e perdita di attrattività.

La “pordenia” di Orsini implica una revisione radicale delle strategie di intervento, un cambio di passo che vada oltre le misure correttive e si proietti in una visione di lungo termine.
Quali sono, quindi, le aree di intervento prioritarie?Innanzitutto, la competitività.
Un’economia robusta si fonda sulla capacità delle imprese di innovare, di investire in tecnologie avanzate, di formare capitale umano qualificato.

Servono incentivi mirati per stimolare la ricerca e sviluppo, agevolare l’accesso al credito, ridurre il carico burocratico che soffoca l’iniziativa imprenditoriale.

In secondo luogo, l’energia.

La transizione ecologica non può essere un onere per le imprese, ma un’opportunità per sviluppare nuove filiere, creare posti di lavoro, ridurre la dipendenza dalle fonti fossili.
È cruciale accelerare gli investimenti in energie rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica, sostenere le imprese che adottano pratiche sostenibili.
Non meno importante è la sostenibilità del debito pubblico.

Una gestione oculata delle finanze è essenziale per garantire la stabilità economica del Paese, ma non deve compromettere la capacità di investire nel futuro.
È necessario trovare un equilibrio tra rigore e crescita, implementando riforme strutturali che aumentino la produttività e la competitività.

L’appello di Orsini è un campanello d’allarme, un invito a superare le resistenze e le inerzie che frenano lo sviluppo del Paese.

Una manovra “poderosa” non è solo una questione di numeri, ma di coraggio, visione e determinazione.
Significa puntare su un futuro di crescita sostenibile, innovazione e prosperità per tutti.

Il rischio di un’altra “ripetizione” del passato è troppo alto per permettersi mezze misure.
È tempo di agire con audacia e lungimiranza.

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