martedì 2 Settembre 2025
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Successione a Cassano: un crocevia per la giustizia italiana.

Il passaggio di consegne alla guida della Corte di Cassazione si configura come un momento cruciale per il sistema giudiziario italiano, segnando la conclusione del mandato di Margherita Cassano e aprendo una fase di transizione in cui si delineeranno priorità e strategie per il futuro.

L’imminente scelta del successore, con la pensione di Cassano fissata per il 9 settembre, si preannuncia un’occasione di riflessione profonda sulle sfide che attendono la più alta giurisdizione del Paese.

La selezione, che coinvolge direttamente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in qualità di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), concentra l’attenzione su due figure di spicco: Pasquale D’Ascola e Stefano Mogini.

Questa dicotomia non è semplicemente una competizione formale, ma riflette differenti approcci e visioni circa il ruolo della Cassazione nell’attuale contesto giuridico e sociale.

Pasquale D’Ascola, figura di indubbia autorevolezza e consolidata esperienza, rappresenta la continuità, incarnando un approccio pragmatico e orientato alla gestione efficiente delle attività giudiziarie.
La sua nomina potrebbe significare un mantenimento delle linee guida consolidate, con un’attenzione particolare alla razionalizzazione dei processi e all’ottimizzazione delle risorse disponibili.
Stefano Mogini, invece, emerge come portatore di una visione più innovativa, che guarda a una riforma più ampia e strutturale.

La sua prospettiva potrebbe orientarsi verso una maggiore digitalizzazione della giustizia, una revisione dei modelli procedurali per renderli più rapidi ed equi, e un rafforzamento del ruolo della Corte nella funzione di indirizzo giurisprudenziale.

La scelta del CSM, e la conseguente decisione del Presidente Mattarella, non potrà prescindere da un’attenta valutazione delle dinamiche interne alla magistratura, delle aspettative del mondo giudiziario e delle esigenze della società civile.

Il nuovo Presidente della Cassazione dovrà, infatti, affrontare questioni complesse come il contenzioso civile, la criminalità organizzata, la giustizia minorile e la tutela dei diritti fondamentali, garantendo al contempo l’indipendenza e l’imparzialità della magistratura.

Al di là della scelta individuale, l’evento si pone come un’opportunità per avviare un dibattito costruttivo sulla riforma della giustizia, con l’obiettivo di garantire un sistema più efficiente, trasparente e accessibile a tutti i cittadini, in grado di rispondere efficacemente alle sfide del XXI secolo e di preservare l’essenza dello stato di diritto.

La successione a Margherita Cassano, pertanto, si configura come un crocevia cruciale per il futuro della giustizia italiana.

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