La ripresa delle attività nello stabilimento Stellantis di Melfi, dopo la consueta interruzione estiva, segna un punto di svolta complesso per il sito e per l’indotto automotive lucano.
Il ritorno alla produzione, pur con un avvio limitato a un solo turno settimanale, è accompagnato da una profonda riorganizzazione del mix produttivo, delineata dalla Fim-Cisl come un cambiamento strutturale.
L’azzeramento della linea di produzione della Jeep Compass, nella sua configurazione attuale, rappresenta la fine di un’era per il sito, mentre la Jeep Renegade si orienta verso una transizione completa verso la motorizzazione mild hybrid, una scelta che riflette le nuove direttive del mercato e le crescenti pressioni verso una mobilità più sostenibile.
Parallelamente, si registra una significativa intensificazione della produzione della Fiat 500X, spinte da un’ordinazione eccezionale proveniente dal mercato algerino.
Questo incremento, quantificato in un aumento da 75 a 110 veicoli per turno, suggerisce una riallocazione strategica delle risorse per rispondere a specifiche richieste internazionali, evidenziando la crescente importanza dei mercati esteri nella strategia produttiva di Stellantis.
La recente flessione dei volumi produttivi ha generato una temporanea situazione di surplus di personale, mitigata dall’applicazione del contratto di solidarietà, una misura volta a garantire un reddito minimo ai lavoratori fino a giugno 2026.
Questo strumento, pur alleviando l’impatto immediato, non annulla la perdita di posti di lavoro verificatasi negli ultimi anni.
Dal 2021 ad oggi, circa 2.300 addetti hanno volontariamente lasciato l’impianto, usufruendo di incentivi economici, un fenomeno che ha ridotto la forza lavoro a circa 4.540 unità.
Il completamento delle ultime 200 uscite previste dal piano complessivo di 500 addetti consoliderà questa riduzione della pianta organica.
L’impatto di queste trasformazioni non si limita allo stabilimento Stellantis, ma si estende all’ampio ecosistema dell’indotto automotive locale, dove si teme un’ulteriore contrazione dell’occupazione.
L’indotto, costituito da una rete complessa di fornitori e aziende specializzate, è intrinsecamente legato alla produzione dello stabilimento principale e risente profondamente delle sue oscillazioni.
Una riduzione della produzione stellantis si traduce inevitabilmente in una diminuzione degli ordini per le aziende dell’indotto, con conseguenze potenzialmente devastanti per l’economia locale.
La situazione attuale evidenzia una convergenza di fattori complessi: la transizione verso una mobilità più sostenibile, la volatilità dei mercati internazionali, la necessità di una riorganizzazione industriale e le conseguenze sociali ed economiche della perdita di posti di lavoro.
Il futuro dello stabilimento Stellantis di Melfi e del suo indotto dipenderà dalla capacità di affrontare queste sfide con strategie innovative e politiche di supporto mirate a favorire la riqualificazione professionale, l’attrazione di nuovi investimenti e la diversificazione dell’economia locale.
La discussione ora si focalizza sulla capacità di Stellantis di pianificare nuovi progetti per il sito e di garantire un futuro sostenibile per i lavoratori e per l’intera comunità.