La magistrata Gabriella Reillo assume ufficialmente la presidenza della Corte d’Appello di Potenza, succedendo a Lucia Casale, in un contesto che pone immediate sfide operative e strutturali. L’insediamento, celebrato nel Palazzo di Giustizia, ha offerto un’occasione per delineare le priorità e le criticità che caratterizzano l’attuale scenario giudiziario lucano, segnato da un delicato equilibrio tra risorse limitate e responsabilità crescenti.La carriera di Reillo, profondamente radicata nella lotta alla criminalità organizzata, costituisce un punto fermo. Proveniente da Lamezia Terme, ha dedicato oltre due decenni all’esame di processi legati alla mafia, culminando con la direzione dell’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catanzaro, un ruolo di cruciale importanza per un’area geografica vasta e particolarmente esposta. La sua precedente esperienza come consigliere e, più recentemente, come presidente di sezione, le conferisce una solida preparazione per affrontare le complessità del ruolo che le è stato affidato.Tuttavia, l’assunzione di questa carica avviene in un momento di profonda trasformazione del sistema giudiziario, con implicazioni concrete per la Corte d’Appello di Potenza. Reillo ha evidenziato come le recenti riforme, pur perseguendo obiettivi di razionalizzazione, abbiano impattato negativamente sulle Corti d’Appello, in particolare per quanto riguarda la gestione dei procedimenti relativi all’emigrazione. Potenza si distingue, infatti, come il secondo distretto in Italia, dopo Roma, per il numero di convalide necessarie a gestire i flussi migratori, una questione che assorbe risorse preziose e mette a dura prova l’efficienza della Corte.La carenza di personale, aggravata da limiti quantitativi imposti dal Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) dopo oltre trent’anni di assenza di parametri definiti, costituisce un’ulteriore criticità. L’introduzione di un tetto massimo di carichi lavorativi per i giudici ordinari, sebbene miri a garantire un equilibrio sostenibile, rischia di compromettere la capacità della Corte di far fronte alle esigenze di giustizia. La mancanza di due consiglieri, seppur apparentemente marginale, rappresenta una lacuna significativa, corrispondente al 18% dell’organico complessivo e con un impatto diretto sulla distribuzione del lavoro, soprattutto nel contesto delle procedure convalidate per l’emigrazione.Riguardo l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la presidente Reillo ha espresso l’intenzione di adoperarsi con determinazione per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, pur sottolineando l’assenza di un coinvolgimento attivo della magistratura nella definizione dei tempi di realizzazione.La constatazione finale, ripresa con forza, è che l’impegno richiesto per onorare le responsabilità del ruolo, un tempo impegnativo, si è trasformato in una complessa “corsa ad ostacoli”, richiedendo soluzioni innovative e un profondo ripensamento delle strategie operative per garantire un servizio di giustizia equo ed efficiente per la comunità lucana.