La Basilicata si appresta ad accogliere la nuova stagione olivicola con un’innovazione cruciale: l’estensione della registrazione dei movimenti di olive attraverso il Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) a commercianti e magazzini, a partire dal primo luglio.
Questa misura, resa nota dalla Coldiretti Basilicata, segna un passo avanti significativo verso la trasparenza e la tracciabilità lungo l’intera filiera olivicola, implementando disposizioni ministeriali che regolamentano la registrazione delle consegne ai frantoi.
L’introduzione del SIAN per tutti gli operatori rappresenta la definitiva archiviazione di un’era di opacità, un periodo in cui l’origine e la qualità delle olive spesso venivano compromesse.
Coldiretti evidenzia come questa svolta tuteli i consumatori, garantendo loro la certezza di un prodotto autentico e di un valore aggiunto per le olive e l’olio.
Il percorso che ha portato a questo risultato, frutto della collaborazione tra Coldiretti e Unaprol, è durato due anni e mira a riequilibrare il mercato, contrastando pratiche commerciali scorrette.
Il SIAN si configura come uno strumento essenziale per la salvaguardia delle eccellenze agroalimentari italiane, in particolare per la tutela dell’olio extravergine d’oliva.
L’auspicio è che questa prassi diventi standard europeo, contribuendo a uniformare gli standard di qualità e a prevenire fenomeni di contraffazione.
Dietro questa iniziativa si cela un campanello d’allarme: la concorrenza sleale, alimentata dalla disparità di costi e dalla qualità spesso inferiore dei prodotti importati.
La Coldiretti lucana denuncia la pressione al ribasso esercitata dagli oli esteri, in particolare quelli provenienti dalla Tunisia, venduti a prezzi nettamente inferiori rispetto a quelli italiani.
Questo fenomeno, aggravato da accordi commerciali come quello UE-Tunisia che prevede l’importazione annua di oltre 56.700 tonnellate di oli vergini a dazio zero, rischia di danneggiare gli olivicoltori italiani, costretti a vendere i loro prodotti al di sotto dei costi di produzione.
La necessità impellente è garantire che gli oli importati rispettino gli stessi stringenti standard qualitativi e di sicurezza che contraddistinguono l’olio extravergine d’oliva europeo.
Un controllo superficiale o assente rischia di erodere la fiducia dei consumatori e di compromettere l’immagine dell’olio italiano, riconosciuto a livello mondiale per la sua eccellenza e il suo legame con la cultura e la tradizione mediterranea.
La trasparenza e la tracciabilità non sono solo obblighi normativi, ma garanzie fondamentali per la salvaguardia di un patrimonio agroalimentare inestimabile.