Donne al campo: l’agricoltura lucana che rinasce.

L’imprenditoria agricola femminile in Basilicata si configura non come un’anomalia statistica o un fenomeno di nicchia, bensì come un pilastro fondamentale dell’economia regionale e una linfa vitale per la rivitalizzazione delle aree rurali, spesso marginali.
Più che una semplice presenza, si tratta di un tessuto connettivo che intreccia tradizione, innovazione e sviluppo sostenibile.
I dati ufficiali rivelano una realtà sorprendente: oltre diecimila aziende agricole lucane sono gestite interamente o in parte da donne, una percentuale che supera il terzo del totale regionale.
Questo posizionamento virtuoso colloca la Basilicata in una posizione di leadership nazionale, testimoniando un legame profondo tra le donne e il territorio, in particolare nelle aree interne dove la loro presenza assume un ruolo cruciale di presidio sociale ed economico.

L’evoluzione del panorama agricolo lucano vede un incremento significativo della partecipazione femminile nei percorsi di primo insediamento, un segnale inequivocabile di un ricambio generazionale in atto e di un rinnovato interesse verso il settore primario.

Questo trend non è casuale; le donne imprenditrici agricole dimostrano una maggiore propensione verso modelli di business orientati alla qualità, alla valorizzazione del territorio e alla creazione di opportunità di reddito diversificate.

Si osserva una marcata preferenza per l’agricoltura biologica, che risponde a una crescente sensibilità ambientale e a una domanda di prodotti sani e genuini.
Le filiere corte, che privilegiano i canali di vendita diretti e riducono l’impatto ambientale dei trasporti, rappresentano un’altra strada perunta dalle donne imprenditrici.

La trasformazione dei prodotti agricoli in lavorati artigianali, l’offerta di servizi agrituristici e la creazione di fattorie didattiche per la sensibilizzazione dei più giovani sono altrettanti segnali di un approccio innovativo e inclusivo.

L’alta percentuale di agriturismi gestiti da donne, quasi il 50%, ne è una prova tangibile.
Nelle piccole comunità, spesso afflitte dallo spopolamento, anche una manciata di aziende agricole femminili può rappresentare un baluardo contro l’abbandono, assicurando la salvaguardia del paesaggio, il mantenimento di pratiche agricole tradizionali e la trasmissione di conoscenze e competenze alle nuove generazioni.
Tuttavia, permangono ostacoli strutturali che ne limitano il potenziale.
L’accesso al credito, spesso più difficoltoso rispetto a quello riservato agli imprenditori maschili, la minore capitalizzazione, i carichi di cura familiari, che gravano in modo sproporzionato sulle donne, e le carenze infrastrutturali, che rendono più complessa la gestione delle aziende, richiedono interventi mirati e integrati.
La Direzione Generale per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali si impegna a supportare questo modello di sviluppo, rafforzando le misure previste dal Complemento di sviluppo rurale 2023-2027, in coerenza con la Politica Agricola Comune (PAC) e con le iniziative promosse dall’Istituto di Credito Agricolo (Ismea).

L’obiettivo è promuovere un’agricoltura inclusiva, basata sull’innovazione tecnologica, sulla sostenibilità ambientale e sul protagonismo femminile, per garantire un futuro prospero e resiliente per le aree rurali lucane.
Sostenere l’imprenditoria agricola femminile non è un atto di correttezza sociale, ma un investimento strategico per il futuro della Basilicata.

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