L’estate, tradizionalmente associata a un’impennata delle opportunità lavorative stagionali, si rivela, secondo le recenti proiezioni di Unioncamere-Excelsior, un terreno fertile per fenomeni di sfruttamento e forme di lavoro atipiche che compromettono la stabilità economica e sociale della Basilicata, e più ampiamente del Paese.
Vincenzo Tortorelli, segretario regionale della Uil Basilicata, lancia un allarme lucido e dettagliato, evidenziando come i numeri ufficiali nascondano una realtà ben più complessa e preoccupante.
Il dato cruciale è la preponderanza dei contratti a termine: con oltre il 90% delle entrate di lavoratori in questa forma precaria, si configura uno scenario di profonda incertezza per migliaia di persone.
Questa frammentazione contrattuale si accompagna a una diffusa pratica di part-time involontario, un’assegnazione a livelli retributivi minimi, un ricorso eccessivo a contratti a chiamata e a somministrazione, tutte soluzioni che depauperano il lavoratore di diritti e garanzie.
Tortorelli critica aspramente la tendenza a presentare un quadro roseo del mercato del lavoro basandosi esclusivamente sui dati Istat, sottolineando come queste statistiche, seppur apparentemente positive, non riflettano la vera qualità dell’impiego.
Per una valutazione accurata, è necessario analizzare le Comunicazioni Obbligatorie, che forniscono un quadro più veritiero delle reali dinamiche assunzionali delle imprese.
Un’ulteriore criticità emerge dall’analisi della distribuzione demografica dell’occupazione.
Sebbene si registri un aumento dell’occupazione nella fascia d’età superiore ai 50 anni, si osserva un preoccupante calo tra i giovani, con un aumento dei cosiddetti “inattivi”.
Questo divario generazionale è un segnale d’allarme che richiede interventi mirati e politiche attive del lavoro capaci di favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
Anche il tasso di occupazione femminile, seppur in crescita, rimane tra i più bassi d’Europa, a testimonianza di persistenti disuguaglianze di genere.
Questa situazione è aggravata da una distribuzione iniqua tra lavoro e cura, da una carenza di servizi per l’infanzia e da una mancanza di politiche di supporto alla maternità e alla conciliazione vita-lavoro.
La Uil, forte di questa analisi dettagliata, rilancia la campagna “No ai lavoratori fantasma”, una battaglia per la legalità e la dignità dei lavoratori precari e invisibili.
Questa iniziativa, che riprenderà vigore dopo Ferragosto nell’ambito del progetto “On way Uil 131 comuni”, mira a denunciare le pratiche abusive e a promuovere il rispetto dei diritti dei lavoratori.
Si tratta di un impegno concreto per un mercato del lavoro più equo, stabile e inclusivo, in cui ogni lavoratore possa trovare la giusta valorizzazione e protezione.
La sfida è quella di trasformare l’estate, da stagione di lavoro povero, in un’opportunità di crescita economica e sociale per tutti.