28 maggio 2024 – 20:45
Il governo sta lavorando su una proposta di riforma della Giustizia che, sebbene sia stata ammorbidita rispetto alle prime prospettive, si dimostra decisa nel voler eliminare il rischio delle correnti interne alla magistratura. Un punto chiave è l’introduzione del ‘sorteggio secco’ per l’elezione dei togati al Csm, che potrebbe contribuire a garantire un processo decisionale più imparziale. Il dossier presentato al Quirinale riguarda anche la separazione delle carriere dei magistrati, un provvedimento che sembra essere quasi definitivo. La data del Consiglio dei Ministri per discutere di questa riforma non è ancora stata ufficializzata, ma si ipotizza possa avvenire nelle prossime ore o il 3 giugno.Antonio Tajani esprime soddisfazione per i progressi compiuti verso la riforma, sottolineando l’importanza di garantire parità di trattamento tra accusa e difesa per ogni imputato. Il vicepremier dedica il disegno di legge a Silvio Berlusconi, il quale aveva sempre puntato all’obiettivo ora in procinto di realizzarsi. Dall’altra parte, l’Anm critica le nuove regole annunciate e conferma la sua opposizione durante un recente congresso a Catania e in un incontro con il Guardasigilli.Al Colle, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano sono stati ricevuti da Sergio Mattarella per discutere dello schema della riforma costituzionale. Si è posto l’accento sulla composizione del nuovo Consiglio superiore della magistratura, con la questione se mantenere una struttura unitaria o dividerla in due sezioni distinte. In entrambi i casi, il presidente della Repubblica presiederà all’organo.Si evidenzia l’intento del provvedimento non solo di formalizzare una separazione già presente nella prassi giudiziaria ma anche di limitare l’influenza delle correnti interne al sistema giudiziario. Il ‘sorteggio secco’ per la nomina dei componenti togati al Csm potrebbe rappresentare una soluzione efficace contro tali influenze. Questo approccio sembra prevalere sull’ipotesi del ‘sorteggio mediato’, che prevede una selezione successiva dei candidati sorteggiati per il Consiglio.