Proteste studentesche al Politecnico di Torino contro la presenza di Tajani: tensioni durante la cerimonia inaugurale.

22 febbraio 2025 – 15:45

Numerose sono state le tensioni al Politecnico di Torino durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico 2024-2025, segnata dalla protesta di un gruppo di studenti contro la presenza del ministro degli Esteri Antonio Tajani. La situazione si è fatta tesa quando due distinti gruppi di studenti hanno espresso il loro dissenso in modi differenti. Il primo gruppo ha scelto di rimanere all’interno del cortile del Politecnico, dove ha srotolato un imponente striscione con la scritta “Tajani non sei il benvenuto” sopra l’Aula Magna Giovanni Agnelli. Nel frattempo, un secondo gruppo si è diretto verso l’ingresso principale su Corso Castelfidardo, ma è stato bloccato dall’intervento della polizia che ha chiuso gli accessi.Le motivazioni della protesta degli studenti vertevano sul sostegno delle università italiane, e in particolare del Politecnico di Torino, all’industria bellica. Durante la cerimonia stessa, due rappresentanti studenteschi hanno consegnato un volantino a Tajani con la bocca coperta da nastro adesivo, manifestando così il loro dissenso rispetto alle politiche del governo Meloni e citando le problematiche in Palestina come esempio: “Il percorso che state tracciando è inaccettabile”, recitava la lettera lasciata al ministro.Dopo aver lasciato il Politecnico, Tajani si è recato all’ospedale Regina Margherita per visitare due bambini palestinesi malati arrivati dalla Striscia di Gaza una settimana prima. Durante questo momento delicato, si sono verificati momenti tesi tra i dimostranti e le forze dell’ordine presenti nel luogo. Il rettore Stefano Corgnati ha commentato la protesta come parte di un filone contestativo che si protrae da mesi e auspica che i messaggi veicolati durante l’evento vengano attentamente considerati.La visita ai bambini malati palestinesi ha portato Tajani a dichiarare: “L’Italia dimostra vicinanza al popolo palestinese e siamo pronti ad accogliere altri minori con il progetto Food for Gaza”. Numerose manifestazioni di solidarietà sono giunte al vicepremier da esponenti governativi come la ministra per le Riforme Elisabetta Casellati che ha condannato qualsiasi forma d’impedimento alla libertà d’espressione definendola un affronto alla democrazia.

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