lunedì 20 Ottobre 2025
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Liguria

Credito alle imprese: ripresa a due velocità e divario territoriale

Un’analisi stratificata del credito bancario alle imprese: segnali di ripresa e persistenti diseguaglianze territorialiDopo un periodo di prolungato declino, durato oltre due anni, il flusso di prestiti bancari alle imprese italiane mostra segnali di inversione di tendenza.

Dati recenti dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre evidenziano un aumento significativo, con uno stock di credito erogato alle attività economiche che ha raggiunto i 647 miliardi di euro, un incremento di 5,5 miliardi rispetto all’inizio dell’anno.
Questa ripresa, pur incoraggiante, rivela una complessità sottostante e non uniformemente distribuita sul territorio nazionale.

L’analisi approfondita mette in luce una disparità cruciale: mentre le imprese di maggiori dimensioni (con più di 20 dipendenti) hanno beneficiato di un aumento del credito (+1,5%, pari a 8,2 miliardi di euro), le piccole e piccolissime imprese (meno di 20 addetti) – che costituiscono la stragrande maggioranza del tessuto imprenditoriale italiano (98% del totale) e impiegano quasi la metà della forza lavoro privata – hanno subito una contrazione del -2,8% (-2,7 miliardi di euro).

Questa dicotomia solleva interrogativi fondamentali sulla capacità del sistema bancario di supportare la spina dorsale dell’economia italiana, spesso caratterizzata da fragilità finanziaria e difficoltà di accesso al credito.

La geografia del credito bancario rivela un quadro eterogeneo.

Diverse province non hanno ancora registrato un aumento degli impieghi, mentre altre si distinguono per performance positive.
Imperia e Prato, Vercelli e Avellino si confermano aree critiche, penalizzate da una diminuzione del credito.
Al contrario, Aosta, Trieste e Oristano registrano incrementi significativi, a testimonianza di dinamiche economiche locali differenti e, potenzialmente, di una maggiore propensione da parte delle banche a sostenere l’attività produttiva.
Anche tra le grandi aree economiche, i dati presentano variazioni: Roma, Bergamo, Firenze e Milano mostrano incrementi, seppur con intensità diverse, che riflettono la vitalità economica di questi poli, ma anche la persistenza di sfide specifiche.
Un elemento particolarmente rilevante è la contrazione degli impieghi registrata in Veneto, un andamento ininterrotto dal 2011.

Questo dato storico, aggravato dalla scomparsa di importanti istituzioni bancarie locali (Antonveneta, Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza, Banco Popolare) tra il 2013 e il 2017, suggerisce un impatto duraturo sulla capacità di credito regionale.
Umbria e Molise seguono questa tendenza negativa, evidenziando una vulnerabilità strutturale che necessita di interventi mirati.

La ripresa del credito bancario alle imprese, sebbene auspicabile, non rappresenta una soluzione automatica alle sfide economiche italiane.
Un’analisi più approfondita dei fattori che influenzano l’accesso al credito, come la qualità del patrimonio, la solidità finanziaria e la capacità di presentare progetti bancabili, è essenziale per garantire una distribuzione equa e sostenibile delle risorse finanziarie.

Inoltre, politiche volte a rafforzare la resilienza delle piccole e piccolissime imprese, promuovendo l’innovazione, la digitalizzazione e la formazione del capitale umano, sono cruciali per sostenere la crescita economica del Paese e ridurre le disuguaglianze territoriali.

La fragilità di alcuni territori, come evidenziato dal caso Veneto, necessita di un’attenzione particolare e di strategie di ricostruzione del capitale bancario locale.

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