martedì 21 Ottobre 2025
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Liguria

Minaccia sottomarina: allarme sicurezza nei porti italiani.

La sicurezza portuale, da sempre fulcro strategico per l’economia nazionale, si evolve in risposta a un panorama di minacce in costante mutamento.
L’era della globalizzazione e dell’interconnessione ha reso gli scali marittimi non solo nodi cruciali per il commercio, ma anche obiettivi sensibili per attori malevoli.
Le tradizionali misure di protezione, incentrate sulla sicurezza terrestre – controlli doganali, sorveglianza perimetrale e cyber defense – risultano oggi insufficienti per affrontare la crescente sofisticazione delle potenziali aggressioni.

Come evidenziato dal presidente dell’Autorità Portuale di Genova Matteo Paroli durante il XII Forum Shipping and Intermodal Transport, l’incidente occorso alla petroliera Seajewel, tragicamente vicino al porto di Savona-Vado Ligure, rappresenta un monito esplicito.
L’episodio, lungi dall’essere un evento isolato, segnala l’emergere di una nuova dimensione di rischio: la minaccia sottomarina.

L’evoluzione tecnologica ha reso accessibili, anche a gruppi non statali, sistemi di sorveglianza e armamento di basso profilo, capaci di operare in modo subdolo e devastante.
Droni sottomarini, sommergibili miniaturizzati e altre piattaforme autonome possono essere impiegati per danneggiare infrastrutture critiche, sabotare operazioni di carico e scarico, o persino mettere a rischio la sicurezza delle navi in transito.
La disparità nella preparazione alla difesa sottomarina tra i porti italiani e quelli del Nord Europa è una questione urgente da affrontare.

Mentre i porti scandinavi e tedeschi hanno già investito in sistemi di rilevamento acustico (sonar) avanzati, capaci di monitorare costantemente le acque circostanti e di individuare potenziali intrusi, gli scali italiani necessitano di un’accelerazione in questo settore.
L’implementazione di tali sistemi non solo consentirebbe la creazione di una barriera preventiva contro attacchi sottomarini, ma rafforzerebbe anche la resilienza del sistema portuale italiano, assicurando la continuità delle operazioni commerciali e proteggendo la vitalità dell’economia nazionale.
L’investimento in tecnologie di difesa sottomarina non deve essere visto come un costo, ma come un investimento strategico nel futuro del Paese.
L’integrazione di sistemi sonar avanzati, abbinati a protocolli di sicurezza più rigorosi e a una formazione specializzata del personale portuale, è essenziale per garantire che i porti italiani rimangano hub di commercio affidabili e sicuri, capaci di competere a livello globale.
La resilienza portuale non è solo una questione di tecnologia, ma anche di cooperazione internazionale e condivisione di informazioni, per contrastare efficacemente le minacce che emergono in un contesto geopolitico sempre più complesso.

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