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sabato 8 Novembre 2025

Pole Dance ad Alassio: Sport, Tradizione e Polemiche

L’apertura di un palo da pole dance sul lungomare di Alassio ha scatenato un acceso dibattito, incarnando le tensioni tra tradizione e innovazione, tra percezioni culturali contrastanti e scelte politiche che mirano a riqualificare il territorio.
L’installazione, parte di un più ampio progetto ginnico-sportivo da oltre 600.000 euro co-finanziato da Comune e Regione Liguria, si presenta come un tentativo di attrarre nuove forme di turismo e di offrire opportunità sportive alternative, ma si scontra con una critica profonda legata alle origini e alla connotazione storica della disciplina.
La pole dance, nata e diffusa originariamente in ambienti notturni caratterizzati da atmosfere sensuali e spesso esplicitamente erotizzanti, è stata oggetto di una riappropriazione culturale che ne ha progressivamente elevato la percezione a sport.
La Federazione Italiana Pole Dance, affiliata al Coni, sottolinea l’impegno nel promuovere la disciplina come attività sportiva riconosciuta, aspirando persino alla partecipazione alle Olimpiadi.
Questo tentativo di legittimazione sportiva si scontra però con una visione più critica, espressa dalla scrittrice Dolores D’Avanzo, che denuncia la pericolosa banalizzazione di una pratica con forti implicazioni simboliche, ridotta a mero elemento di “innovazione” in un contesto urbano.
La pole dance, in quanto espressione artistica e fisica che richiede forza, agilità e controllo del corpo, può essere interpretata come un simbolo di empowerment femminile, ma la sua storia intricata e la sua connessione con la cultura del corpo e della seduzione sollevano interrogativi complessi sulla mercificazione dell’immagine e sulla perdita di valori ritenuti fondamentali.

Il sindaco di Alassio, Marco Melgrati, difende la scelta amministrativa, distinguendo chiaramente la pole dance sportiva dalla lap dance, e sottolineando l’importanza di valorizzare le realtà locali che promuovono questa disciplina.
La presenza di una scuola di pole dance di rilievo nel territorio giustificherebbe, secondo il sindaco, l’investimento e l’inclusione del palo da ballo nel panorama sportivo cittadino.

La vicenda alessina diventa quindi un microcosmo di un più ampio dibattito culturale che investe il ruolo dello sport, il rapporto tra corpo e identità, e la responsabilità delle istituzioni nel plasmare l’immagine di una comunità.
La pole dance, da fenomeno marginale a potenziale disciplina olimpica, incarna la sfida di reinterpretare il significato delle pratiche culturali, cercando un equilibrio tra la necessità di innovazione e la salvaguardia di un patrimonio di valori che rischia di essere eroso dalla superficialità e dalla mercificazione.

La polemica sollevata non è quindi solo una questione di “palo da ballo”, ma un’occasione per riflettere sulla complessità del cambiamento e sulla necessità di un approccio critico e consapevole nella gestione del patrimonio culturale e sociale di una comunità.

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